Noto è un” libro vivente”. E’ un giardino di pietra ove ad ogni angolo è dato incontrare capitelli, fregi barocchi, chiese e palazzi nobiliari. Con le sue bellezze architettoniche risveglia nei visitatori l’idea più alta di ciò che gli uomini d’ingegno hanno prodotto in questo tempio di pietre vive. Offre al turista palazzi di giallognola pietra, così vicina al colore della carne ed inattesi tesori che raccontano storie di civiltà antiche. L’Infiorata di Noto deve il suo successo anzitutto alla scenografica via Nicolaci in cui viene realizzata. Il pendio lungo m 122 e largo m 7, le conferisce risalto e spettacolarità, e valorizza al massimo grado il lavoro degli artisti. Mentre in lunghezza i riquadri coprono interamente i 122 metri disponibili, in larghezza gli infiora tori dispongono di 6 metri. Lo spazio libero di m 0,50 ai due lati del marciapiede, impedisce possibili involontari sconfinamenti della folla di visitatori all’interno della superficie infiorata. Gli artisti partecipanti, i cui bozzetti vengono selezionati da una creatività ricoprendo con petali di fiori e materiale vegetale il riquadro loro assegnato, le cui dimensioni sono le seguenti: metri 6,00 per 4,00. Rimane un intespazio di m 1,50 per 4,00 che i maestri locali ricoprono con motivi decorativi, materiale vegetale multicolore. Il tappeto floreale ricopre dunque un’area complessiva di mq 700, in cui sono distribuiti sedici bozzetti , la cui visione complessiva, guardando dal corso Vittorio Emanuele, è assicurata dal pronunciato e regolare pendio della via Nicolaci E’ consolidata la tradizione che la realizzazione del bozzetto, raffigurante lo stemma della città, che apre l’Infiorata con il primo riquadro, venga affidata, fuori concorso, all’istituto d’arte di Noto. Per infiorare il tappeto di mq 700, occorrono circa 400.000 fiori, in prevalenza margherite,garofani, gerbere, rose, ma anche fiori di campo delle più varie dimensioni e colori, ampiamente disponibili,nel mese di maggio, in tutto il territorio collinare di Noto. Per la copertura di cornici e parti esterne, nonché per la realizzazione delle necessarie sfumature, gli artisti fanno ampio uso delle essenze vegetali tipiche della macchia mediterranea, come foglie di mirto, finocchietto, lentisco, oltre a foglie e steli di garofani, crusca, carrube macinate, semi di carrube, tufo nero di caffè ecc.