Camplone sbaglia formazione iniziale e regala un tempo agli avversari, si ravvede e il Catania segna subito e ritorna alla vittoria.
di Tino La Vecchia
Diciamolo francamente non è stata una bella partita, anzi, a dirla tutta, si è assistiti a un primo tempo orribile fatto di niente.
Camplone, privo di giocatori importanti come il lungodegente Sarno e Di Molfetta, ha optato per il 4-3-3, modulo giusto, ma la scelta degli interpreti ha lasciato davvero perplessi. Scontato l’impiego di Furlan in porta e degli esterni offensivi Calapai e Pinto, con quest’ultimo saggiamente preferito al più acerbo Biondi, necessario l’utilizzo dei due centrali difensivi Silvestri e Mbende, in questo momento gli unici a disposizione, un centrocampo con l’intoccabile Lodi collaborato da Llama e Rizzo ha lasciato stupiti. Insomma l’allenatore nato a Pescara ha rinunciato a Welbeck, l’unico che corre a vantaggio di due come Rizzo e Llama che in campo passeggiano. Perplessità anche nella scelta del tridente offensivo con Curiale punta centrale preferito a Di Piazza e con Barisic, al rientro dopo una lunga assenza schierato dal primo minuto. Il risultato è stato quello che in un primo tempo fatto di niente il Catania non ha mai tirato pericolosamente verso la porta di Cavagnaro, mentre il Picerno, che rappresenta un paese di appena tremila abitanti, con un tiro da fuori area ha sfiorato il vantaggio. Camplone ha capito di avere sbagliato e al 40’ del primo tempo ha fatto uscire contemporaneamente Llama e Barisic mandando in campo Welbeck e Rossetti. La partita di Barisic è tutta racchiusa in una bella azione sulla sinistra conclusa con un cross non raccolto dai compagni e in qualche pallone perso per impreparazione fisica. Io non ho mai messo in dubbio le qualità di Barisic ma in questo momento non è in grado di giocare per più di trenta minuti e non può partire dall’inizio. La partita di Llama è condensata in un paio di passaggi giusti e un paio azzeccati e in una palla persa che ha mandato in bestia il pubblico. Prima del fischio iniziale del secondo tempo Camplone ha rimediato al suo terzo grave errore iniziale facendo uscire Rizzo e facendo entrare Di Piazza. Rizzo in tutto il primo tempo si era fatto notare per un passaggio filtrante in area, sul quale Mazzarani giungeva in ritardo, per un’ammonizione sacrosanta per aver scalciato un avversario che gli era scappato via e per un tiro così alto da far ricordare il rugby. Troppo poco per meritare di restare in campo. Con l’ingresso di Di Piazza Curiale è rimasto al centro del tridente e l’attaccante di Partinico ha fatto l’esterno offensivo giocando a sinistra, mentre a destra si era posto Rossetti. Il duttile Mazzarani si è spostato a centrocampo. Già nei sei minuti finali del primo tempo, compreso il minuto di recupero, si è notato qualcosa di nuovo. Al primo minuto della ripresa il Catania è passato in vantaggio: Curiale riceveva un filtrante in area, il portiere in uscita sembrava in anticipo ma la punta etnea riusciva a tirare, sulla respinta del portiere lucano s’avventava Mazzarani che insaccava imparabilmente. Sbloccata la gara il Picerno cercava il pari e al 55’ Furlan, finalmente una buona prestazione, era bravo a salvare su Nappello. Il Catania replicava con una splendida conclusione di Rossetti che da fuori area centrava la traversa legittimando la vittoria rossazzurra. Gli ospiti non si arrendevano e si catapultavano in avanti mentre il Catania sceglieva la via delle ripartenze. Curiale sciupava di buone opportunità, Mazzarani mancava il raddoppio, ma era il Picerno che segnava all’85’ con Calabrese al termine di una bella azione, ma la rete veniva annullata per un evidente fuorigioco. La matricola ci provava fino alla fine alla ricerca di quel pari che non avrebbe demeritato.
Alla fine l’importante era vincere e il Catania ci è riuscito facendo cinque su cinque fra le mura amiche. I tre punti sono serviti per recuperare qualcosa sulle dirette rivali, ma la strada da percorrere è ancora troppo lunga e i difetti della squadra sono sotto gli occhi di tutti. Il portiere Furlan appare in ripresa, ma in difesa manca un centrale affidabile perché Mbende appare ancora troppo lento e in certi frangenti fa venire i brividi. Gli esterni d’attacco, forti in fase propulsiva, coprono poco. Calapai spinge di più e copre meglio di Pinto, ma non basta. A centrocampo l’unico in grado di far l’interditore e di recuperare palloni appare Welbeck, a meno che la società non pensi di reintegrare in rosa Biagianti e Bucolo. Rizzo continua a fornire prestazioni al di sotto della sufficienza e Llama, pur facendo qualcosa di buono, è troppo lento. In avanti manca ancora il miglior Curiale e Di Piazza appare insostituibile. Meno male che Andrea Mazzarani sta dimostrando quel che vale.
Il campionato, lo dicevo la scorsa settimana dopo la sconfitta di Terni, non è finito.
Il Catania si deve ancora assestare, deve ritrovare un elemento dal valore di Sarno e deve ancora sfruttare le indubbie doti del vecchio ma ancor valido Emanuele Catania.
Per saperne di più aspettiamo la gara esterna contro la Vibonese, che il Catania non può e non deve perdere, perché se è vero che fuori casa gli etnei hanno perso quattro partite consecutive, è anche vero che sono stati battuti dalle squadre che occupano i primi quattro posti in classifica. Poi aspettiamo la gara interna contro il Bisceglie nel turno infrasettimanale. Il calendario dell’andata è stato cattivo nei confronti del Catania, ma se i rossazzurri riusciranno a chiudere l’andata con tre- quattro punti di distacco dal primo posto, al ritorno, le quattro squadre che lo hanno battuto all’andata dovranno venire al Massimino e sarà un’altra musica.
Catania, 13 ottobre 2019
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini informasicilia.it )