Il valzer dell’assurdo costringe il Catania a porte chiuse arriva un deludente pareggio. Lucarelli media disastrosa: solo sei punti con quattro gare casalinghe!

di Tino La Vecchia

Quello che è accaduto in settimana, con la conseguenza letale di privare i tifosi catanesi della gara contro la Casertana, non merita nessun commento. Preferisco il silenzio, lo stesso assordante e irreale silenzio che ha accompagnato le due squadre durante tutto l’incontro. Si trattava di una partita da vincere per aver la meglio di una rivale in chiave Play off. D’accordo, in questo momento classificarsi per gli spareggi per la promozione lascerebbe lo stesso poche speranze di arrivare in fondo, ma in questo momento, a gennaio potrebbe cambiare qualcosa, in positivo si spera.

Si affrontavano due squadre mediocri, simili come due gocce d’acqua, in preda di una strana malattia che ha colpito in modo drammatico dieci squadre su venti, incapaci di conquistare più di cinque punti in trasferta. Proprio per questo era una gara da vincere, invece Lucarelli, cocciuto come un mulo, si ostina col suo 3-5-2, modulo che, ad eccezione di ciò che riesce a fare Antonio Conte, non ha mai prodotto risultati apprezzabili, ma Lucarelli non è Antonio Conte. Il Catania si presenta in campo con Furlan in porta, tre centrali, Silvestri, il modesto Esposito e l’adattato Biagianti, il solito centrocampo a cinque con Pinto e Biondi esterni e Mazzarani, Rizzo e Dall’Oglio in mezzo e due punte Curiale e il quasi trentanovenne Emanuele Catania in avanti. D’accordo che la rosa è quella che è ma lascia davvero stupiti Lodi in panchina. Poi perché Catania preferito a Di Molfetta?

Il Catania, paradossalmente, col pareggio interno è rientrato nella griglia Play off, ma non è riuscito a venire fuori da una palese e diffusa mediocrità. Cambiato l’allenatore la classifica dei rossazzurri si è appesantita in maniera impensabile perché fin adesso il tecnico di Livorno ha ottenuto una media punti disastrosa: appena sei punti in cinque gare con quattro partite casalinghe! In verità, pur ammettendo le oggettive difficoltà che sta attraversando la società, fare peggio di quanto ha fatto Lucarelli sarebbe stato davvero difficile. Ma come vuole vincere le partite presentando sempre un 3-5-2 che non punge, prudente e rinunciatario?

Dopo dieci minuti discreti il Catania scompare, a poco a poco viene fuori la Casertana che al 36’ passa in vantaggio con Caldore che gira di testa in rete una punizione calciata da Zito. Per la Casertana si tratterà dell’unico tiro in porta dell’intera gara.

Nella ripresa il Catania pareggia dopo tre minuti con Curiale che riesce a trovare il varco giusto dopo una mischia sotto porta. Per Curiale, dopo la rete vittoria contro la Sicula Leonzio, una rete che potrebbe dargli morale. Raggiunto il pari, Lucarelli azzarda qualcosa e, pensate un po’ tenta anche di vincere la gara operando alcuni cambi, dopo che Emanuele Catania ha sciupato una favorevole occasione tirando alto da buona posizione. Il tecnico livornese al 72’ manda in campo Lodi al posto di Mazzarani (il migliore dei rossoazzurri) e Barisic al posto di Catania, mentre in precedenza, al 63’ Calapai aveva preso il posto di Biondi e Di Molfetta quello di Biagianti. Il risultato non muta. Chissà se Lucarelli sarà soddisfatto del punticino casalingo. Qualcuno dovrebbe spiegargli che era stato preso per rilanciare il Catania, invece, con sei punti in cinque gare con quattro gare casalinghe ha una media punti davvero disastrosa. Partita di Coppa Italia a parte, le prossime due gare vedranno il Catania impegnato con le ultime due squadre del campionato o la squadra tirerà fuori sei punti, o correrà il serio rischio di dover lottare per evitare i Play out.

Cose allucinanti, proprio come il Massimino deserto in un incontro che era da vincere.

TINO LA VECCHIA