Catania sottotono, il Sorrento porta via dal Massimino un meritato punto e poteva finire peggio. La vetta si allontana.
Il Catania non ha ancora smaltito la sbornia presa al San Vito-Marulla
di Cosenza dove ha subito la prima sconfitta stagionale per 4-1, un
punteggio davvero mortificante.
Chi si aspettava il pronto riscatto dei rossazzurri è rimasto davvero
deluso: squadra molle, poche idee e quelle poche abbastanza confuse.
Non basta appigliarsi alle assenze per giustificare una prestazione
davvero incolore. Gara brutta e priva di spettacolo.
A questo andamento si è conformato anche l’arbitro Dario Di
Francesco di Ostia Lido che non ha
convinto nelle sue decisioni, a partire da quella presa al 41’ del primo
tempo quando D’Ursi, dopo aver vinto un rimpallo, si è presentato in
area davanti a Dini e ha dato a tutti l’impressione di buttarsi senza
essere toccato dal portiere. L’arbitro ha decretato il rigore.
Dopo la revisione delle immagini televisive, ci si aspettava che
cambiasse idea, invece ha confermato la massima punizione a favore
del Sorrento. Ecco, la massima punizione.
Il regolamento al punto 12 dice che se l’arbitro dichiara un rigore
contro per fallo in area commesso dal portiere non può punirlo due
volte. L’ha già punito, con la massima punizione, decretando il rigore.
Può ammonirlo solo se si tratta di condotta violenta.
L’uscita di Dini verso D’Ursi tutto è parso meno una condotta
violenta, in quel caso non ci sarebbe stato bisogno nemmeno ricorrere
alle immagini televisive per confermare il rigore.
Lo stesso arbitro, non tenendo conto del tempo perso durante la gara,
anziché sette minuti di recupero, ne ha decretati soltanto quattro e
poco prima che scadesse il tempo di recupero si è recato a visionare
nuove immagini non si sa di che cosa. Forse per un nuovo calcio di
rigore a favore del Sorrento. Ritornato in campo ha fischiato la fine
della gara!
Quindi, anche l’arbitro in giornata storta, ma, per onestà intellettuale,
bisogna dire che il Catania ha fatto troppo poco per vincere e il
Sorrento, ordinato combattivo e voglioso non avrebbe meritato la
sconfitta.
Ciò che preoccupa davvero è la condizione atletica della squadra:
corrono in pochi e diversi calciatori appaiono svagati.
Dei rossazzurri si sono salvati soltanto Dini, in quanto parando il
rigore almeno ha salvato un punto, Di Tacchio, fino a quando è
rimasto in campo e il battagliero Lunetta che, mandato in campo al
56’ al posto dell’abulico Jimenez, ha vivacizzato la manovre. Proprio
a Di Tacchio si deve l’unico sussulto vero del Catania quando al 24’
si è esibito, in una sforbiciata deviata in angolo dal portiere ospite
Harrasser.
Nel Catania si è sentita parecchio l’assenza di Donnarumma, in
panchina per infortunio, e quella di una punta centrale, in quanto
Forte, pur battagliero, è apparso, ancora una volta, poco incisivo,
poco mobile e facile preda dei difensori avversari. Sotto tono anche
Cicerelli.
Insomma, dopo le prime tre vittorie consecutive, la brutta sconfitta
contro il Cosenza e un altro passo indietro contro una squadra di bassa
classifica come il Sorrento. Nel turno infrasettimanale gli uomini di
Toscano sono attesi al Provinciale dal Trapani di Aronica, voglioso di
annullare subito la pesante penalizzazione in classifica e proiettarsi in
zona Play off.
Toscano deve riflettere su cosa non è andato nelle ultime due gare e
apportare dei correttivi perché in due sole gare la situazione è
diventata davvero preoccupante, non per la classifica ma per il gioco
espresso.
In attesa di recuperare D’Ausilio e Aloi e che il Catania possa calare
l’asso Caturano e mostrare al pubblico l’oggetto misterioso Rolfini,
Toscano si è affidato sempre allo schema 3-4-2-1 con Dini in porta,
Ierardi, Di Gennaro e Pieraccini, poi Casasola, il rientrante Quaini, Di
Tacchio, preferito a Corbari, Celli, Jimenez e Cicerelli e Forte.
Si attendeva con curiosità la prova di Quaini, rientrato dopo 4 turni di
squalifica, alla fine senza infamia e senza lode. Ci si aspettava
Lunetta subito titolare, Toscano ha preferito farlo partire dalla
panchina.
Non possiamo sapere cosa sarebbe cambiato con lui in campo dal
dall’avvio, sappiamo però che senza di lui, nel primo tempo il Catania
è stato deludente.
Metà gara scialba e priva di emozioni, tuttavia, al 26’ Cicerelli ha
inventato un filtrante pericoloso per Forte che ha sbagliato lo stop! Lo
stesso attaccante al 32’ ha vanificato uno scambio molto bello
Cicerelli-Jimenez tirando debolmente verso il portiere.
Poi al 41’ l’episodio del calcio di rigore per il Sorrento già descritto,
con Dini che ha parato il tiro di D’Ursi cancellando una presunta
ingiustizia.
L’attaccante dei campani, a pochi secondi dal fischio finale, ha
reclamato un altro calcio di rigore per un pallone respinto, ben fuori
area, dalla barriera del Catania in seguito a un calcio di punizione dal
limite concesso dall’arbitro per un fallo inesistente.
Insomma, i tifosi rossazzurri sono usciti dallo stadio con l’amaro in
bocca. A Trapani, se il risultato dovesse essere negativo, ci si può
sempre consolare con i favolosi cannoli alla ricotta del luogo.
Scherzi a parte, così non va proprio.
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