Che la gara esterna sul campo del Taranto fosse difficile lo si sapeva dalla vigilia. Dopo la bella vittoria interna sulla capolista Juve Stabia i rossazzurri erano chiamati a un risultato positivo sul campo della squadra che ha fatto più punti di tutte le formazioni fra le mura amiche. Si può anche perdere, ma non così.

È andata male in tutti i sensi e al termine di una gara brutta, spezzettata e priva di spettacolo, il Catania è stato sconfitto per la dodicesima volta in campionato, confermando il detto che “Una rondine non fa primavera”. Infatti, dopo la convincente vittoria contro la capolista Juve Stabia, purtroppo per i tifosi rossazzurri, è tornato il Catania brutto di Lucarelli, quello capace di vincere solo una volta nelle ultime sette partite. Adesso la gara interna contro il Rimini, per il ritorno delle semifinali di Coppa Italia, vale un’intera stagione e probabilmente deciderà il destino di Cristiano Lucarelli sulla panchina del Catania, in quanto, dopo il palese fallimento in campionato, per il tecnico livornese, in caso di esito negativo, non ci sarebbero più attenuanti e ci sarebbe anche il fallimento in Coppa Italia. Mercoledì il Catania sarà chiamato a sovvertire il pronostico e a battere il Rimini con due reti di scarto. Mettiamo da parte la fede per i colori rossazzurri e ragioniamo con la logica: al Massimino si affronteranno una squadra che ha conquistato appena 6 punti nelle ultime 7 giornate, che è quella rossazzurra, contro una squadra, quella romagnola, che ha conquistato ben 14 punti nelle ultime 8 gare, dove ha realizzato 14 reti, vincendo 4-1 e 3-1 le ultime due trasferte. Senza considerare che il Catania è fuori dalla griglia Play off, anzi possiamo dire che non c’è mai entrato, mentre il Rimini è saldamente dentro. A meno che non si voglia rischiare la camicia di forza, seguendo la logica, si deve dire che la squadra favorita al passaggio del turno è il Rimini e non il Catania.

Speriamo che il Catania sia capace di compiere l’impresa!

Tornando alla scialba prestazione contro il Taranto Lucarelli ha fatto Bingo, nel senso che ha fatto 15 su 15, presentando la quindicesima formazione differente in quindici panchine. È bastato un gol in mischia del lesto De Marchi, con dormita generale della difesa etnea, incapace di rinviare per far scendere il buio. Subita la rete i rossazzurri non sono stati capaci di imbastire un’azione degna di nota, tanto che il primo tiro pericoloso scagliato verso la porta di Vannucchi è arrivato solo al 66’, ad opera di Welbeck, col portiere di casa che ha alzato il pallone oltre la traversa. Il Taranto, pur non brillando, ha messo voglia e agonismo e poco prima del tiro descritto di Welbeck ha colpito un clamoroso incrocio dei pali con lo stesso De Marchi con Albertoni fuori causa.

A nulla sono servite le tardive mosse di Lucarelli che al 63’ ha sostituito lo spento e deludente Sturaro con il giovane Haveri, e Celli, autore di una brutta prova, con Bouah.

Del Catania si sono salvati il solito Castellini e Welbeck, sotto la sufficienza tutto il resto, anche se vanno assolti Peralta e Zammarini, lasciati fuori dalla formazione iniziale ed entrati in campo a circa un quarto d’ora dalla fine.

Nulla da dire sulla meritata vittoria della squadra ben guidata da Capuano: il Taranto ha vinto perché, grinta a parte, ha dimostrato di avere le idee chiare.

Aspettiamo e speriamo, nella speranza di aspettare e perire.

Foto d’archivio