Dopo la beffarda sconfitta del Massimino il problema del Catania non
era quello di vincere a Pescara, sarebbe stato un falso problema, ma
quello di vincere a Pescara con due reti di scarto.
Fuori casa i rossazzurri in campionato hanno vinto gare sulla carta
proibitive, come quella di Monopoli, e gare difficili, come lo
spareggio per il quinto posto di Potenza e il derby di Messina.
Adesso, dopo la rovinosa sconfitta casalinga nel primo incontro,
eliminare una squadra dal tasso tecnico elevatissimo come il Pescara e
continuare il cammino nei Play off diventava un sogno proibito.
Avevo pronosticato una vittoria del Catania per 2-1, ma speravo di
sbagliarmi, speravo davvero che i rossazzurri potessero compiere
l’impresa dell’anno, ma durante la gara non ho mai avuto
l’impressione che il Catania potesse eliminare il Pescara e non l’ho
avuta perché l’andamento della partita stava scorrendo proprio come
avevo previsto: nel primo tempo il Catania che si affacciava in avanti
ma senza la dovuta convinzione, eccetto un tentativo di testa con Di
Tacchio su cross di Guglielmotti, mentre il Pescara, forte del suo
centrocampo, con elementi di categoria superiore come Dagasso e
Cangiano, controllava i rossoazzurri e costruiva due nitide palle gol,
una, un rigore in movimento, sciupata da Meazzi e una neutralizzata
da un grande intervento del portiere Dini. In chiusura della prima
frazione di gioco l’arbitro Andrea Ancora della sezione di
Roma 1 concedeva un calcio di rigore al Pescara per un fallo di
Raimo su Cangiano. All’arbitro si avvicinava il capitano dei
biancoazzurri Pellacani che con grande sportività gli diceva: “Guardi
che Raimo non ha fatto nessun fallo.
Occorreva il VAR per confermare il tutto.
Per il Catania, non sbloccando la gara nella prima frazione di gioco
l’eliminazione era, in pratica, cosa fatta. Toscano nella ripresa tentava
qualcosa con i cambi, inserendo subito Stoppa al posto di Lunetta, poi
Dalmonte al posto di Guglielmotti, mentre, al 63’ De Paoli entrava al
posto di Jimenez.
Il Pescara controllava senza affanno, ma la gara si sbloccava al 70’
quando Stoppa, dalla destra, calibrava un lungo cross e Di Gennaro di
testa non dava scampo al pur bravo Plizzari.
A quel punto il Catania sognava la rete della qualificazione, ma
l’illusione durava appena otto minuti. I rossazzurri si spingevano in
avanti e Stoppa scivolava in area cercando un rigore inesistente e
rimaneva a terra, favorendo il rapido contropiede del Pescara che
veniva finalizzato da Tonin con un tiro angolato, solo sfiorato dal
portiere Dini.
Per il Catania era la mazzata decisiva.
A tre minuti dal fischio di chiusura del tempo regolamentare Toscano
sostituiva Di Tacchio e mandava in campo Montalto.
Nel terzo dei sei minuti di recupero concessi dall’arbitro il neo entrato
trovava la rete della vittoria. L’arbitro  annullava per
fuorigioco, ma, dopo lungo consulto, veniva smentito dal
VAR.
Purtroppo, non c’era più tempo e la partita si concludeva per il
Catania con la più amare delle vittorie.
Per la società di Ross Pelligra la stagione si chiude così a Pescara.
Non è stata una stagione fallimentare, piuttosto la vedrei come una
stagione non fortunata che segna una tappa di ulteriore avvicinamento
verso categorie più consone a una città come Catania e a un pubblico
da serie superiori. Tuttavia, visto che cercare la promozione attraverso
gli spareggi dei Play off, è come cercare un ago nel pagliaio, bisogna
rinforzare la squadra per puntare alla promozione diretta.
Pare che il centro di Torre del Grifo possa ritornare al Catania ma
occorre uno sforzo economico notevole, ma necessario per arrivare ad
alcuni elementi decisivi. Quel Capomaggio, in forza al Cerignola, è
stato considerato dagli addetti ai lavori, in assoluto, come il migliore
centrocampista dell’intera serie C. Sul podio anche Dagasso del
Pescara e l’ex rossazzurro Davide Di Molfetta che nel ritorno, con
una splendida rete, ha regalato il passaggio del turno alla Feralpi Salò.
In attacco serve una valida spalla per Inglese, non si può aspettare
l’ultimo minuto dell’ultimissima gara per vedere una rete di Montalto.
Se Merola e Lescano hanno una valutazione eccessiva ci sono sempre
altri validi attaccanti, come quel Luigi Cuppone, in forza al Cerignola,
che nonostante il grave infortunio che l’ha tenuto fuori per quasi tutto
il campionato ha realizzato 6 reti in poche partite.
Se paragoniamo una squadra di calcio a un teatro, gli amanti del
teatro, prima di fare l’abbonamento, danno un’occhiata agli spettacoli
in cartellone e al cast degli attori.
I tifosi del Catania sono una risorsa da non disperdere, ma pur
amando la loro squadra, hanno bisogno di vedere anche il cartellone
proposto dalla società e il cast degli attori.
Io mi sono sbagliato, il Catania in questa stagione non è andato in
serie B, ma al momento che ho fatto la scommessa mi avevano dato per certa la cessione di Lescano
dal Pescara al Catania, dicendo che erano pronti i documenti per le
firme del contratto, e probabile anche quella di Davide Merola dal
Pescara al Catania. Ma così non è stato.
Foto d’archivio