Alla vigilia del campionato la gara Catania-Juve Stabia veniva
considerata dai tifosi rossazzurri un’importante tappa verso la
promozione diretta o per un piazzamento di rilievo in vista dei Play
off promozione. Questo era l’obiettivo dichiarato dalla società di Ross
Pelligra, “L’Angelo rossazzurro” che ha rilevato una società fallita e
ha investito nel Catania che, ripartito dalla serie D, è tornato subito in
serie C, sotto l’abile guida di Giovanni Ferraro, dopo un campionato
a dir poco strepitoso.
La società Juve Stabia, invece aveva l’obiettivo dichiarato di
migliorare quel decimo posto che è valso i Play off, con l’immediata
eliminazione dopo la gara secca di Cerignola. Quindi, anche per i
tifosi stabiesi la gara di Catania, contro una squadra neopromossa ma
ambiziosa e dal grande blasone, rappresentava uno snodo cruciale per
verificare la legittimità delle loro aspirazioni. In ogni caso alla vigilia
non poteva mai essere considerata un big match, a meno che le due
squadre non si fossero trovate nei quartieri alti della classifica.
Il campionato ha recitato tutt’altro copione rispetto a quello previsto:
la Juve Stabia è capolista dalla quarta giornata, quando approfittando
del pareggio fra 3-3 della Turris a Messina, raggiunse i Corallini in
vetta, il Catania è stato nei primi dieci posti da solo, appena una volta
in tutto il campionato, dopo il pareggio interno contro la Virtus
Francavilla, quando divideva con i suoi 22 punti il nono posto con il
Giugliano. Il Catania arriva alla gara interna contro le Vespe al
quattordicesimo posto con 24 punti in meno rispetto alla Juve Stabia.
Ma con quale criterio di conoscenza linguistica e competenza
calcistica la gara Catania-Juve Stabia potrebbe essere definita un big
match?
Diciamo che al Massimino va in scena la capolista solitaria Juve
Stabia contro il deludente Catania di Cristiano Lucarelli che, dopo
soli 3 punti conquistati nelle ultime 5 gare è chiamato a riscattarsi e
compiere l’impresa di infliggere alla capolista la seconda sconfitta
stagionale.
L’obiettivo è stato centrato grazie alla prestazione maiuscola di
Alessio Castellini, con i meritati galloni di capitano, giocatore di
categoria superiore, e a una formazione concentrata e vogliosa di fare
bene.
Alla vigilia, dopo uno sconcertante filotto di partite negative,
l’impresa non era facile, anche se qualche speranza nei tifosi
rossazzurri era scaturita dal pareggio interno per 0-0 della Juve Stabia
contro il Brindisi fanalino di coda.
Lucarelli ha presentato la sua quattordicesima formazione differente
in altrettante gare con il confermato Albertoni in porta, una linea
difensiva a quattro composta da Bouah, Quaini, Monaco e Castellini,
quattro centrocampisti, ovvero Welbeck, Peralta, Cicerelli e Tello, poi
Chiricò sotto punta ad alimentare l’attaccante centrale Costantino.
La Juve Stabia dello squalificato Guido Pagliuca, in panchina c’era il
secondo Tarantino, si è schierata con un 4-3-3 nel quale si è distinto
su tutti il centrocampista di scuola Juventus Giuseppe Leone.
Già dalle primissime battute di gioco si è visto un Catania voglioso e
determinato, mentre la Juve Stabia è rimasta rintanata nella propria
metà campo. Al 14’ i rossazzurri sono andati in vantaggio con
perfetto colpo di testa di Castellini, su un calcio d’angolo battuto da
Peralta, che, prima di fare partire lo spiovente decisivo, è rimasto oltre
un minuto fermo a osservare lo schieramento dei compagni, tanto da
essere richiamato dal signor Marco Emanuele di Pisa, arbitro
dell’incontro. Trovato il vantaggio il Catania si è chiuso, ma la
reazione della capolista non è stata quella che ci si aspettava. Le
Vespe hanno sciorinato un lungo e apprezzabile giro palla, con Leone
sempre al centro dell’azione, ma hanno finalizzato pochissimo.
Tuttavia, al 34’ la Juve Stabia è andata vicinissima al pareggio
quando una bordata da lunga distanza scagliata da Adorante è stata
respinta corta da Albertoni, Candellone è stato il più lesto di tutti e il
pareggio sembrava inevitabile, ma, disturbato da Bouah, ha calciato
incredibilmente fuori!
Il copione della gara non è cambiato, ma la Juve Stabia fino alla
chiusura del primo tempo non ha creato più pericoli.
Nella ripresa il Catania ha iniziato bene cercando in maniera sorniona
la rete del raddoppio e sventando sul nascere tutte le iniziative della
capolista, grazie a un reparto difensivo perfetto, nel quale si è distinto
Quaini. Al 74’ la gara si è chiusa: Cicerelli è stato bravo a innescare
Castellini, ma la cavalcata del capitano rossazzurro verso la porta
difesa da Thiam è stata strepitosa e si è conclusa con un perfetto tiro
che non ha lasciato scampo al portiere meno battuto del campionato.
Il risultato non è stato più messo in discussione, il lungo fraseggio
delle Vespe è risultato sterile e inoffensivo.
Per il Catania è arrivata, dopo cinque gare scialbe, la tanto sospirata
vittoria, ed è stata una vittoria di prestigio che ha fatto dimenticare,
almeno per una sera, che la squadra di Lucarelli si trova ancora al
tredicesimo posto, che diventerebbe addirittura quattordicesimo se il
Potenza battesse la Turris. Una vittoria che potrebbe rappresentare la
svolta. Per quanto riguarda la Juve Stabia se è quella vista al
Massimino, meriti del Catania a parte, le concorrenti possono ancora
sperare in quanto dopo l’inaspettato pareggio casalingo a reti bianche
contro la cenerentola Brindisi è arrivata la secca sconfitta di Catania.
Per i rossazzurri, prima della gara di Coppa Italia contro il Rimini che
può valere una stagione, ci sarà l’impegnativo confronto esterno
contro il Taranto.