Di Tino La Vecchia
Per la Sancataldese la gara più importante della storia societaria, per il Catania
un’altra tappa di sofferenza, in attesa di uscire purificati dall’inferno della serie D.
La squadra verdeamaranto alla ricerca del risultato di prestigio, già verificatosi nel
primo turno di Coppa Italia. Le giornate estive non avevano ancor fatto posto alla
stagione autunnale quando al Valentino Mazzola la Sancataldese fu capace di
bloccare il Catania sullo 0-0 ed eliminarlo 7-6 ai calci di rigore. Per i tifosi del
Catania, ancora storditi dalle vicende societarie, la prima grande delusione, per
fortuna rimasta, fino a questo momento, la sola.
L’ossatura della formazione iniziale schierata da quel Catania, costretto a inghiottire
il classico rospo di un’eliminazione ingiusta per quel che si era visto in campo, era
quasi la stessa, ma la squadra del tecnico Ferraro era alla chiara ricerca della forma
fisica migliore e dell’affiatamento ottimale.
Con l’esordio in campionato e il trascorrere delle partite il Catania ha fatto subito la
voce grossa inanellando 9 vittorie consecutive prima di essere fermato sullo 0-0 dalla
modestissima Cittanovese, unica squadra capace di non far segnare i rossazzurri.
Dopo aver vinto per 3-0 al Massimino contro il Canicattì, altro pari esterno sul campo
del quotato Lamezia Terme e poi la stentata vittoria casalinga per 1-0 sull’Acireale.
Insomma, un Catania che non si affermava in trasferta da due gare consecutive e una
Sancataldese che dall’ultimo posto in classifica con appena 3 punti è riuscita a risalire
con 2 vittorie e 4 pari. Al cospetto del Catania una squadra in grande ripresa,
imbattuta da 6 gare, durante le quali ha subito solo una rete, capace di vincere sul
campo del Trapani e pareggiare su quello della Vibonese.
Quindi, nonostante le due squadre si presentavano al confronto diretto separate in
classifica da 22 punti, dai 35 del Catania ai 13 della Sancataldese, per il Catania si
trattava di una gara ricca di insidie da non prendere assolutamente sottogamba per
non esporsi a figuracce. Aggiungiamo che il Catania visto all’opera al Massimino
contro l’Acireale, pur meritando la vittoria, è stato meno brillante del solito e ha
avuto bisogno di un’autorete per incamerare i 3 punti per avere un motivo ulteriore
della pericolosità insita in questa trasferta.
Tutte cose che il tecnico dei rossazzurri Giovanni Ferraro conosceva bene, tanto che
alla vigilia della gara aveva messo in risalto le difficoltà che si sarebbero presentate
per i suoi ragazzi a causa di una squadra avversaria in crescita e per un campo di
dimensioni ridotte rispetto al Massimino.
L’obiettivo dichiarato è quello di portare a casa i 3 punti e per centrarlo il tecnico ex
Giugliano ha mandato in campo Bethers a custodia dei pali, lo schieramento
difensivo formato da Somma, Lorenzini, Castellini e Rapisarda. Il solito centrocampo
con Vitale, Rizzo e Lodi in attacco Sarno, Sarao e Forchignone. In pratica rispetto
alla formazione iniziale schierata nella gara interna contro l’Acireale ci sono Somma
al posto di Boccia e Forchignone al posto di De Luca.
Sin dalle battute iniziali la Sancataldese mette in mostra un atteggiamento aggressivo
e all’8’, nella prima occasione della gara passa in vantaggio: insolita distrazione
collettiva della difesa del Catania, il pallone arriva sui piedi di Zerbo che spara forte,
alto e centrale dove Bethers non può arrivare. Per il Catania si tratta della prima volta
in campionato che si trova in svantaggio.
Subita la rete il Catania reagisce subito ma la Sancataldese gli impedisce di giocare
operando un atteggiamento ostruzionistico sistematico, con ripetuti falli, applicando
la regola, non proprio lecita, di o pallone o gamba. I padroni di casa fanno di tutto per
spezzare il ritmo del Catania. Per esempio, Calabresi subisce un presunto fallo e
rimane a terra per quasi tre minuti. Giacinti continua a giocare sulle caviglie di
Forchignone e al 21’ l’attento arbitro Esposito gli sventola il cartellino giallo in
faccia.
Al 22’ arriva il pareggio del Catania, che la Sancataldese cerca di “occultare”. Gran
punizione di Lodi che pesca in area Rapisarda, il colpo di testa dell’esterno etneo si
stampa sulla traversa e sulla ribattuta altro palo di Lorenzini, fino a quando Somma
mette in rete, Dolenti ha un riflesso felino ma ricaccia la palla fuori quando ha
oltrepassato del tutto la linea fatale.
I calciatori della Sancataldese cercano di riprendere subito il gioco ma l’arbitro, ben
appostato, concede la rete. Il Catania continua a soffrire il gioco falloso e oltre modo
ostruzionistico dei verdeamaranto e al 31’ viene ammonito Calabrese, un minuto
dopo a finire sul taccuino dell’arbitro è Lorenzini. In pratica non si riesce a giocare
per più di un minuto di seguito.
Al 38’ siparietto poco sportivo di Maltese che dopo un contrasto di spalla si scontra
con un raccattapalle, Giovinco, che sta operando il riscaldamento, gli dà una leggera
spinta, sufficiente per farlo cadere morto stecchito come fulminato.
Dopo alcuni minuti l’arbitro riporta la calma e ammonisce Maltese e Giovinco.
Nei 4’ concessi di recupero viene espulso l’allenatore della Sancataldese Pietro
Infantino che aveva manifestato propositi bellicosi nei confronti di Sarao.
Si va al riposo sul risultato di parità. Nella ripresa al 52’ Ferraro manda in campo
Palermo al posto di Lodi, poi due minuti entrano Giovinco e Chiarella al posto di
Sarno e Forchignone.
La musica non cambia, sennonché i ritmi del gioco si abbassano e la Sancataldese
diventa meno fallosa e tenta di imbastire qualche azione di rilievo. Da parte sua il
Catania prende il controllo delle operazioni ma non riesce a trovare mai il guizzo
vincente. Al 63’ il tecnico etneo opera il classico cambio mandando in campo
Jefferson al posto di Sarao ma non scaturisco clamorose azioni da rete, anzi sono i
padroni di casa a rendersi pericolosi all’85’ con un colpo di testa che si perde a lato di
poco.
Alla fine le due squadre finiscono per accontentarsi. Le notizie che provengono da
Lamezia Terme sono favorevoli. La Sancataldese col pari odierno allunga a 7 gare la
sua striscia di imbattibilità, il Catania, poteva fare di più, ma rimane in campionato
imbattuto. Con 9 punti nelle ultime 5 gare il ritmo dei rossazzurri si è notevolmente
ridotto e adesso la vittoria esterna manca da 3 turni. Ma alla fine il Catania può
sorridere perché l’antagonista principale, individuata nel Lamezia Terme, ha subito
un clamoroso tonfo interno perdendo 3-1 contro il Locri.
Ammesso che il Lamezia Terme riesca a vincere il recupero sul campo della derelitta
Mariglianese, ma nel calcio non c’è nulla di scontato, mal che vada, il Catania avrà
sempre aumentato il vantaggio a 11 punti sull’eventuale coppia formata da Lamezia
Terme e Locri, con la prima che non vince da 5 turni!
Insomma, un’altra tappa di avvicinamento verso il traguardo.
foto d’archivio