Quello di Mario Cacciola era un desiderio ed è recentemente diventato realtà: andare a San Giovanni Rotondo e luoghi limitrofi vissuti da Padre Pio.

E il nostro Mario ha esaudito il suo desiderio proprio per il centenario della stimmatizzazione e per il cinquantesimo della ascesa al cielo di Francesco Furgone, in futuro San Pio da Pietrelcina.

“ La mia visita e non me lo aspettavo è stata intensa,significativa e indimenticabile da tutti i punti di vista. In qualsiasi punto di San Giovanni Rotondo si nota la presenza dell’umile frate”, ha voluto precisare il photo-amateur di Sport Enjoy Project Magazine.

Padre Pio nacque il 25 maggio del 1887 a Pietrelcina, un piccolo paese tra le valli della provincia di Benevento.

All’età di sei anni il padre lo mandò al pascolo e fu proprio durante le lunghe passeggiate che Francesco cominciò a pregare. E’ stato uno studente volenteroso e preferiva leggere invece di giocare con i suoi coetanei.

Nel 1903 all’età di sedici anni entra in  convento da frate cappuccino e prende il nome di fra Pio da Pietrelcina.  Dopo la messa era solito recarsi in campagna dove il fratello Michele aveva costruito una capanna per permettergli di pregare e meditare all’aria aperta, proprio qui cominciò il fenomeno delle stimmate.

Nel 1916 venne trasferito a San Giovanni Rotondo nel convento di Santa Maria delle Grazie, dove vi rimase fino alla morte, avvenuta il 23 settembre del 1968, all’età di 81 anni.

Il 20 settembre del 1918, pregando davanti al Crocefisso del coro della vecchia chiesina, ricevette il dono delle stimmate, che rimasero aperte e sanguinanti per mezzo secolo.

La chiesa dedicata a Padre Pio, progettata a forma di spirale dall’architetto Renzo Piano,  è stata inaugurata nel 2004.

La prima cosa che colpisce il visitatore è la controtendenza, infatti per andare in chiesa bisogna scendere invece che salire come avviene in tutte le altre chiese.

La parte superiore della chiesa è un capolavoro di architettura moderna con il  tetto sorretto da enormi archi costruiti con blocchi di pietra diversi l’uno dall’altro per forma e massa, a significare la diversità della gente; al suo interno notiamo accanto all’altare: la statua di San Pio, due sculture che rappresentano una  la morte e l’altra la resurrezione, e un organo.

E intorno, lungo tutta la chiesa, opere in foglie d’oro.

“Tanto , troppo sfarzo; vi esterno le mie sensazioni – dichiara ancora Mario Cacciola: un santo umile in vita come frate Pio e un Gesù Bambino nato in una grotta non è giusto che si ricordano con tanto lusso; trovo giuste le numerose critiche e commenti negativi che ho sentito soprattutto per l’ingente impegno economico, sicuramente in contrasto con le regole della povertà francescana . La Nuova chiesa è una costruzione colossale un vero e proprio spreco di denaro offerto dai fedeli che, secondo l’insegnamento di San Pio, avrebbe potuto invece trovare impiego nell’aiuto a persone bisognose. La struttura è anche considerata eccessivamente grande e dispersiva, priva di riferimenti cristiani chiaramente individuabili, in contrasto con il messaggio di semplicità e sacrificio”.

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com

Catania, 7 novembre 2018

Michael Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto e notizie Mario Cacciola per Sport Enjoy Project Magazine )