Dal Mediterraneo alla Carolina del Sud

Per la prima volta al “Charleston Wine + Food” c’è anche il Consorzio Tutela Vino Doc Sicilia

di Serena d’Arienzo

Anche quest’anno, dal 1 al 5 marzo, avrà luogo il “Charleston Wine + Food”, rinomata manifestazione enogastronomica che dal 2006 si tiene in Carolina del Sud, Stati Uniti. Come riportato sul sito del Festival, l’obiettivo ultimo è quello di “produrre una programmazione di prim’ordine che metta in mostra, ispiri e supporti Charleston e la comunità di Lowcountry”. Un evento “orgoglioso di supportare le iniziative gastronomiche locali”, ma che tuttavia non manca di essere una vetrina di prestigio per realtà enogastronomiche tutt’altro che autoctone.

Nell’edizione 2017, infatti, tra gli ospiti del Festival figureranno per la prima volta non solo il Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia, rappresentato dal presidente Antonio Rallo, ma anche dieci aziende isolane che porteranno alto il nome della Sicilia oltreoceano, mettendo in risalto le eccellenze dei marchi Doc al cospetto di un pubblico qualificato.

Un vero e proprio coronamento, peraltro legittimo, arrivato a qualche mese di distanza dalla nomination della Sicilia tra le dieci destinazioni preferite per il “Best Wine Destinations of 2017” da parte della rivista americana del settore “Wine Enthusiast”.

Si tratta di un primato assoluto se si pensa che l’Isola è l’unica regione del Belpaese a figurare nella top ten delle mete mondiali da non perdere nel 2017, secondo quanto scritto dalla giornalista enologica statunitense Kerin O’keefe, la quale ha riconosciuto alla realtà siciliana tutta una serie di meriti, oltre che storico-culturali, legati soprattutto alle incredibili risorse ambientali che esso offre. Solo partendo dal territorio, infatti, si può comprendere il prestigio dei vitigni e delle coltivazioni dai natali autoctoni e dall’ascendente internazionale, con rossi dal carattere deciso e aromatici bianchi dal profumo inconfondibile.

A Charleston i riflettori saranno puntati su importanti nomi della realtà enologica isolana, tra i quali Donnafugata, Feudo Maccari, Cantine Settesoli, Feudo Principi di Butera, Tasca d’Almerita, Planeta, Valle dell’Acate, Stemmari (Feudo Arancio), Baglio di Pianetto, Cusumano. Come già confermato dallo stesso presidente Rallo, “il nostro obiettivo è rendere i vini Sicilia Doc un must negli Usa per la loro accessibilità, il fascino, l’eleganza e le inconfondibili caratteristiche organolettiche”.

Per la Sicilia questo è il terzo anno consecutivo di investimenti sul mercato americano, che si sta dimostrando sempre più ricettivo e appassionato dei grandi nomi della tradizione enologica isolana.

Un momento di grazia per la realtà vinicola del territorio, capace di godere di vetrine internazionali e soprattutto di attirare turisti ed estimatori all’interno dei propri confini.

A confermarlo sono i dati del Movimento Turismo del Vino Sicilia, i quali ritraggono una realtà che unisce la tradizione secolare all’innovazione del marketing del settore, attirando anche investimenti da parte di famigerati nomi del Nord, quali Zonin, Panerai e Marzotto che hanno scelto l’Isola per le favorevoli risorse economiche e climatiche.

Le prospettive di crescita, peraltro, continuano ad essere promettenti grazie alla lunga tradizione rappresentata dalle cantine storiche, tra cui quelle della provincia di Trapani, ad alta vocazione eno-turistica e tra le più vitali d’Europa.