“Social Farming”, quando il sociale fa impresa

In Sicilia Coca-Cola Foundation finanzia workshop nel settore agrumicolo

di Serena d’Arienzo

Novità in Sicilia nel comparto degli agrumi. Grazie al progetto “Social farming”, concepito lo scorso maggio dal distretto Agrumi di Sicilia, alta scuola Arces e Coca-Cola Foundation, verrà data la possibilità a giovani, donne e migranti, di accedere a percorsi di formazione dedicati alle ultime strategie di web marketing, ai nuovi marchi di qualità, alle tecniche di coltivazione, nonché alla responsabilità sociale di impresa. Un investimento di 250 mila euro stanziati interamente da Coca-Cola Foundation, che servirà non solo all’organizzazione e allo svolgimento dei corsi di formazione, ma anche alla realizzazione di otto seminari aperti al pubblico su temi fondamentali per il settore agricolo.

Nello specifico, si tratta di veri e propri workshop, tutti gratuiti, che per il mese di luglio toccheranno varie località siciliane, dando non solo opportunità di stage e supporto nella creazione di nuove cooperative, ma anche possibilità di rinnovamento per le diverse tipologie professionali della filiera agrumicola. Un passo importante che non lascia nulla al caso, se si pensa che il comparto incide sul 51% della produzione agrumicola nazionale, con un fatturato annuo di 677 milioni di euro, escludendo i prodotti trasformati.

Ben si comprende, quindi, la finalità ultima di un progetto come quello di “Social farming”, che oltre all’aspetto appunto sociale, guarda all’implementazione di un settore decisivo dell’imprenditoria isolana.

Quattro i filoni tematici dei diversi workshop: la multifunzionalità della filiera agricola, non senza un attento sguardo alle dinamiche del turismo relazionale; la conservazione e la trasformazione degli agrumi con relativa formazione di operatori per la lavorazione dei prodotti; le tecniche di coltivazione dell’agrumeto e la cooperazione in filiera.

Ad aver aderito al progetto sono stati ottantacinque candidati, con un 55% di under 40, un 28,5% appartenente al genere femminile, un 7% di migranti e un 9,5% il cui inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro risulta particolarmente delicato, come ex detenuti e disoccupati con più di cinquant’anni di età.

Palermo, Ribera, Siracusa, Catania e Barcellona Pozzo di Gotto sono le città coinvolte nel progetto. Un’iniziativa senz’altro lodevole per i suoi connotati di innovazione imprenditoriale, oltre che sociale e formativa, tanto da valicare il termine di luglio così come hanno fatto intendere i vertici del distretto produttivo Agrumi di Sicilia, che sull’attività di formazione ha incentrato buona parte dello sviluppo distrettuale e del settore.