Domenica al Massimino il Catania tristemente saluterà la serie A nella speranza che alla fine del prossimo campionato la ritrovi immediatamente.

Ospitando l’Atalanta calerà per il Catania il sipario sulla stagione più assurda delle ultime otto disputate in serie A.

Alla fine si sono salvate due squadre come Chievo e Sassuolo che non valgono l’organico del Catania.

Chievo, un quartiere di Verona e Sassuolo che non è nemmeno capoluogo di provincia al cospetto di grandi città come Bologna e Catania.

Passi per il Sassuolo che ha dovuto sopportare l’enorme zavorra chiamata Malesani, costituita da cinque sconfitte su cinque e che tutto sommato si ritrova in organico giocatori come Berardi (che il cervellone Malesani aveva messo fuori squadra), ma il Chievo Verona, tenuto su da troppe decisioni arbitrali favorevoli e dalla generosa benevolenza del Cagliari, decisamente non meritava di rimanere in serie A ai danni del Catania.

O se volete, non meritava di rimanere in serie A al pari del Catania.

Se dovesse battere l’Atalanta Pellegrino centrerebbe la quarta vittoria su sei panchine. Quattro vittorie in sole sei gare sarebbero tante quante ne hanno messo insieme Maran e De Canio.

Ma se quest’ultimo non ha colpe specifiche, perché in situazione di oggettiva difficoltà i suoi 8 punti nelle cinque gare casalinghe li aveva conquistati e fuori casa ha dovuto affrontare Juventus e Napoli, il primo è stato la rovina del Catania e la causa tecnica principale della retrocessione.

Tutti sappiamo che la retrocessione non è maturata solo per motivi tecnici ma è dipesa da un insieme di fattori, però, quando si  tirano in ballo i motivi tecnici non si può fare a meno di chiamare in causa Maran: 12 punti in 21 partite, 12 punti quanti quelli che potrebbe fare Pellegrino in sole sei partite se il Catania dovesse battere l’Atalanta.

In 21 panchine 2 vittorie 6 pareggi e 13 sconfitte con l’impostazione tecnico tattica sbagliata, a prescindere dal risultato ottenuto, 15 volte su 21.

Decisamente non poteva far peggio.

Fra i motivi tecnici che hanno spinto il Catania in serie B mi piace ricordarne uno ed è legato a Juventus – Catania.

Forse se lo scarpone Chellini non avesse commesso quel cattivissimo e inutile fallo su Bergessio rompendogli una gamba il campionato del Catania avrebbe preso tutta un’altra strada.

Senza l’apporto del suo cannoniere principe il Catania ha sofferto le pene dell’inferno.

Ma benedetto Pulvirenti, vista la situazione, a gennaio perché non è arrivato un attaccante vero?

Ritornando su Chellini, mi chiedo: come ma per lui Prandelli non ha applicato il tanto sbandierato codice etico dato che “il macellaio” bianconero ha dato una vistosa e voluta gomitata a Pjanic sanzionata con la prova TV?

Stranezze del calcio.

Non ci resta che salutare la serie A, augurare tanta fortuna ai cugini palermitani che la ritrovano e prepararci a duellare con squadre come l’Entella e il Carpi.

A proposito la prima è di Chiavari, un paese della Liguria.

Catania, sabato 17 maggio 2014

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )