Vox populi: il silenzio della solitudine.

di Concetto Sciuto

Vi siete, e ci siamo, mai chiesti qual è l‘indispensabile linfa vitale che nutre uno sport popolare come il calcio? Cosa, fondamentalmente, lo ha reso il gioco più famoso al mondo? Tecnicamente potremmo farla rientrare in quella teoria, cara ai sociologi, chiamata interazionismo simbolico, ma semplificando, e mettendo da parte ampollosi paroloni, possiamo dire che l’uno (il calcio), per esistere realmente, non può fare a meno di interagire con l’altro/i (tifoso/i), e pertanto l’assenza di uno dei due elide, teoricamente, l’esistenza di entrambi. Ancora troppo complicato? Ok, allora, in una nuova semplificazione, possiamo dire: che impressione fa (o ha fatto) a tutti noi, pubblico e giocatori, assistere a un incontro con le curve vuote? Le risposte le conosciamo, non fosse altro che al Massimino è già accaduto anche di peggio, e qualcosa di simile accadrà di nuovo, e stavolta non più in maniera estemporanea o… per mancanza di steward.  Già, perché adesso, purtroppo, è rottura definita tra tifosi e società, stavolta non si torna più indietro, questo è ciò che si evince dal comunicato della Curva Nord, mentre la Sud era già sparita da qualche incontro a questa parte. Risultato? si soffrirà in silenzio e in solitudine, chi rimanendo a casa senza poter più esultare sugli spalti, e chi giocherà senza ricevere il supporto dei tifosi, anche se sembrerebbe che a qualcuno poco interessa gioire anche dopo aver fatto goal…Blanda polemica a parte, trattasi di una scelta che rimane slegata, ed è la prima volta, dall’altalenante andamento delle prestazioni in campo, ma che si è avviluppata in vicende che hanno travalicato qualsiasi ragionamento sportivo o passionale. Qui, dispiace dirlo, siamo andati ben oltre le criticabili prestazioni in campo e ci si è incanalati in una deriva senza ritorno: tutti. Noioso tornare adesso sulle vicende extra calcistiche, argomenti già triti e ritriti, mentre possiamo affermare, senza timore di smentita, che il gioco del calcio senza tifosi diventa negazione di sé stesso, così come i tifosi veri diventano negazione di sé stessi quando decidono di non sostenere più i loro colori, relegati ad assistere attraverso un freddo, mono dimensionale, schermo piatto le vicende della loro squadra del cuore. Tuttavia, le scelte, al netto del fatto che possano essere sostenute da motivazioni giuste o sbagliate, vanno sempre rispettate, e questa solitudine, che peserà come una montagna per entrambi le parti contrapposte, dovrebbe rappresentare, oltre un momento di attesa per ciò che sembrerebbe stia per mutare (in meglio?), anche una pausa di riflessione.

Scelta che dovrebbe anche far comprendere, per gli ultimi scettici, quanto possa essere importante una maglia , una storia, una fede, perché sarà un paradosso, ma a volte si “detesta”, fino all’abbandono, chi si ama troppo, perché, qui, ci si muove all’interno di quel nucleo di sentimenti dove la ragione cede il passo alla passione , l’importante è fermarsi parecchi metri prima della volgare, quanto inutile, violenza fisica e verbale, e forse solo allora saremo tutti d’accordo che è giusto affermare che… al cuor non si comanda.  E intanto domenica sarà ancora campionato, e si scenderà in campo contro chi? a questo punto poco importa, perché è “senza chi” che dovremmo chiederci prima ancora di ogni altra cosa.

Catania, 5 novembre 2019

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini tuttocalciocatania )

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com