Dalla sana nutrizione alle relazioni interpersonali, alla scoperta di Leda Morana.
A leggere il curriculum ci si chiede quante vite abbia vissuto la professoressa Leda Morana, laureata (ed esperta) in Scienze della nutrizione umana, e questo è solo uno di una pletora di titoli accademici, oltre a decine di esperienze lavorative che ne fanno un punto di riferimento per un argomento troppo spesso sottovalutato come la (giusta) nutrizione. E se l’antico adagio “prevenire è meglio che curare”, dialogare con lei non fa altro che confermare la giustezza degli antichi saggi. Difatti, dopo solo pochi scambi di battute si (ri)scoprire come davvero l’attenzione che dovremmo mettere nella scelta del cibo, che troppo spesso fagocitiamo senza chiederci cosa lo stesso contenga, possa essere un’ottima prevenzione a tanti malanni. E dopo questo incipit diventa quasi d’obbligo la prima curiosità come:
Cosa significa oggi, nell’era dell’opulenza, nutrirsi bene?
“Sono una sostenitrice della Dieta Mediterranea che è uno stile di vita e purtroppo oggi si pensa in primis a mangiare molto senza guardare in effetti la qualità, puntiamo più sulla quantità ma dovremmo indirizzarci principalmente sulla qualità alimentare basandoci proprio sulla Dieta Mediterranea, che è appunto uno stile di vita con una alimentazione sana ed equilibrata. Comincerei, senza dubbio, da un’educazione alimentare dove i giovani diventino dei consumatori coscienti e informati attraverso, ovviamente, un’informazione adeguata; pertanto, starei più attenta a ciò che mangiamo”.
Quali sono i cibi assolutamente da evitare?
“Potrei dire al contrario, perché a me piace guardare il bicchiere mezzo pieno, quindi darei diversi consigli positivi come, ad esempio, lo stile di vita, una costante attività fisica, basarsi sempre sula Dieta Mediterranea e mangiare prodotti a chilometro zero. Vedi, non c’è un cibo buono e un cibo cattivo in sé, non c’è un cibo “elisir della lunga vita”, ma proprio lo stile di vita che significa scegliere consapevolmente ogni giorno. Ovviamente evitare i grassi saturi, non mangiare zuccheri semplici, fare sempre attività fisica in base, naturalmente , alle proprie condizioni fisiche. Anche qua non c’è una regola generale, ma solo la quotidianità nel mettere attenzione in tutti questi accorgimenti”.
Nel tuo curriculum leggo che ti sei occupata di “metodi operatici di Intelligenza artificiale”, ci potranno essere d’aiuto in questo campo e come?
“Sì, penso proprio che sia uno strumento d’aiuto, come ai tempi dei primi computer che ci hanno permesso di velocizzare tante operazioni, io lo vedo come un nuovo aiuto per approcciarci a tante cose, ovviamente un sistema che deve essere sempre e comunque controllato da noi, perché la vera intelligenza siamo noi! Di certo, siamo di fronte a uno strumento rapido d’informazione che ci fornisce una panoramica veloce di tutto ciò che c’è nel web, penso che chi un tantino lo conosce non lo teme, bisogna solo carpire i suoi lati positivi, ovviamente controllato sempre da noi utilizzatori che facciamo la differenza”.
Ho letto nel tuo curriculum anche attitudini alle relazioni interpersonali in ambienti eterogenei, ho letto bene?
“Sì, esatto”.
Un esempio?
Insegno da ventotto anni e ultimamente mi occupo anche di funzioni strumentali di orientamento, ho insegnato in tantissime scuole e ho lavorato in tantissimi contesti, quindi penso che la cosa più importante è il sapersi proporre, il saper dialogare, trovare sempre un linguaggio comune con tutte le tipologie sociali dal bambino all’adulto, fino all’anziano, e questo anche se di estrazione sociale e culturale differente, penso sia un pregio comunque riuscire a parlare ed essere ascoltati e compresi da tutti. Posso dirti che ci sono riuscita perché per me non è per nulla complicato interagire in diversi contesti, e questo da quando andavo in parrocchia alle uscite in gita con la scuola, posso dire che sono sempre riuscita ad avere quel feedback positivo con le persone perché quello che io voglio trasmettere lo recepiscono. Così è stato anche con gli alunni per ciò che riguarda l’alimentazione, difatti, come docente, cominciando dal primo anno fino ad arrivare all’ultimo e cosa più importante con il mio esempio (perché ti posso dire che io quello che dico poi…faccio), ho coinvolto centinaia di ragazzi il che mi rende davvero soddisfatta!”
Viviamo in un’epoca di un esagerato individualismo: quanto è difficile tutto ciò che hai detto riguardo le relazioni interpersonali?
“Sì, vero, è difficile perché tutti vogliamo essere protagonisti, ormai i social ci dicono che ognuno possiamo “forare” lo schermo, ognuno possiamo dire la nostra, penso che l’istruzione e la sana informazione faccia comunque la differenza. Inoltre, da non dimenticare mai che tutto ciò che viene detto e trasmesso come informazione comunque deve avere una fonte valida, perché ritengo che una fonte istituzionale, una fonte qualificata, possa fare la differenza.
Cosa vorrei fare da grande?
Io purtroppo sono già grande, ma ugualmente non mi fermo mai, ovviamente bisogna avere sempre un obiettivo nella propria vita e il mio riguarda la formazione e il costante aggiornamento, perché voglio sempre dare di più alle persone con cui mi relaziono, principalmente ai miei alunni ma anche ai miei figli. Poi…desidero anche raggiungere l’obiettivo di migliorare tutto ciò che riguarda la mia professione, infatti, ho preso una seconda laurea per completare il mio percorso di studi e mi mancava l’aspetto medico come biologa nutrizionista e nonostante ciò vorrei fare sempre più informazione, ovviamente supportandola con una formazione”.
C’è un sogno che vorresti raggiungere?
Forse si…mi piacerebbe scrivere un libro dove raccogliere tutte queste mie esperienze, ma voglio essere sincera: non mi sento mai all’altezza, nel senso che essendo in continuo divenire maturo tante idee e vedo il libro fra virgolette un po’ “statico”.
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