Donne protagoniste a Tao 71: le ultime due serate di un’edizione in rosa che celebra i 25 anni di Malena.
Un manifesto con una delle scene ormai più celebri della storia degli cinema degli ultimi decenni, Malena, alias Monica Bellucci, con la sigaretta in bocca, malinconica e bellissima, quintessenza di una bellezza che non si arrende e non rinuncia alla propria femminilità e libertà, è il vessillo del 71° Taormina Film Festival che omaggia proprio il venticinquesimo anno del celebre film di Tornatore e, con esso, pone in primo piano le donne, protagoniste assolute dell’ultima edizione, svoltasi dal 10 al 14 giugno con la direzione artistica di Tiziana Rocca a cui si deve tributare di certo il merito di aver saputo portare nomi di spicco del panorama cinematografico internazionale.
Innanzitutto il Premio Oscar Geoffrey Rush, simpaticissimo nel decantare le bellezze dell’Italia, e la costumista Sandy Powell, anch’ella Premio Oscar per film come Shakespeare in love o The aviator. E ancora tante star hollywoodiane che hanno riportato la kermesse ai fasti internazionali di un tempo: James Franco, emozionato di essere di nuovo a Taormina dopo 18 anni, Billy Zane, grato per aver avuto l’opportunità di vivere il Festival a contatto con i giovani studenti all’interno della masterclass, Olivia Wilde, raggiante in verde nel ricordare i grandi maestri del cinema del nostro paese da Leone a De Sica, Rupert Everett che riceve il premio dedicato alla memoria della produttrice Marina Cicogna, Dennis Quaid che, nel dedicare il premio al compianto Ray Liotta, non manca di paragonare la regista di The substance, il film per cui riceve il premio, a una nuova Stanley Kubrick.
E se un festival è inevitabilmente (e fortunatamente) anche red carpet, lustrini e un po’ di sana leggerezza – che non fa del male a nessuno e appaga il pubblico, accalcato su corso Umberto in attesa della passerella, famelico di uno scatto o, meglio, di un selfie con i divi – e il pubblico, si sa, è sempre e comunque colui il quale decreta il successo o meno di un personaggio o di un’opera d’arte – in questo caso al fumo corrisponde l’arrosto con tanto sano spettacolo in un cocktail assai ben eterogeneo, variegato ed equilibrato.
Le esibizioni canore al femminile che aprono le ultime due serate, Carmen Consoli, accolta nella sua terra con tanto calore con il suo Ultimo bacio, e la dolcissima Lola Ponce in un incantevole abito dal sapore fiabesco, convivono perfettamente con il Premio Taormina Producer Award a Nicole Avant, ambasciatrice statunitense e produttrice per il film The Six Triple Eight che racconta la storia del primo reggimento femminile nero dell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale, con il Premio speciale al Teatro a Sergio Rubini per Gli occhiali di Sostakovic e con momenti più leggeri e scanzonati come Giorgio Panariello, al suo primo ruolo drammatico nel film Incanto, o il simpaticissimo Alessandro Siani il quale non manca di ironizzare in modo sempre galante sulla vulcanicità della direttrice nelle doppie vesti di presentatrice delle serate.
Naturalmente premiate anche tante eccellenze del cinema italiano, primo tra tutti non poteva mancare il Ciak d’oro a Ferzan Ozpetek che, in particolare con il suo più recente Diamanti, ha valorizzato proprio l’universo delle donne con delicatezza e profondità. Ancora tante donne da Claudia Gerini, sempre bellissima e versatile nelle sue eterogenee interpretazioni, e ancora donne, tante donne, a Ester Pantano, da Vittoria Puccini a Barbara Ronchi, rivelazione degli ultimi cinque anni ma con alle spalle un percorso artistico lungo e di tutto rispetto che ci attesta come occorra sempre continuare a credere tenacemente ai propri sogni. Stesso concetto ribadito anche da Salvatore Esposito, volto di Gomorra, il quale ricorda tutti gli attori e le attrici che continuano a lavorare alacremente per vivere della propria arte e il lavoro fatto da Unita in loro tutela.
Molte donne sì, ma anche un faro acceso sul punto di vista degli uomini sulla violenza di genere come sottolineato da Alessio Vassallo e dal regista Giovanni Virgilio con il film Arrivederci tristezza, che fa riflettere sulla necessità di sensibilizzare sul tema l’universo maschile.
E poi ancora Neri Marcorè, alla sua prima esperienza come regista, l’insuperabile Monica Guerritore che con la serie Netflix Inganno ha dato voce ad una dimensione femminile poco narrata, quella over sessanta ma ancora piena di grinta e voglia di vivere, e con il film Anna sulla vita della Magnani incarna una diva senza tempo che con fierezza si è mostrata fino alla fine con la verità del proprio essere, fino ad arrivare a un’altra Monica. L’attesissima Bellucci, accompagnata dal premuroso compagno – non uno a caso ma quel genio visionario di Tim Burton – elegantissima in pizzo nero e acclamatissima da fotografi e spettatori. Lei, sebbene umbra di nascita, quintessenza della sicilianità nel mondo grazie al maestro Giuseppe Tornatore a cui si mostra sempre riconoscente, divina ed elegantissima nel portamento, porta sul palco l’incarnazione del simbolo del Festival e della sua cifra più rappresentativa, la celebrazione di una bellezza libera e artefice del proprio destino. Come Malena.
di Mara Di Maura
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