La matrioska è il souvenir russo per eccellenza e un simbolo dell’arte popolare di questo paese. E’ un insieme di bambole, tipiche della tradizione russa, di diverse dimensioni e grandezza realizzati in legno ognuna delle quali contenuta all’interno di un’altra di formato più grande. Ogni bambolina si divide in due parti ed è vuota al suo interno, salvo la più piccolo che si chiama “seme”. La bambolina più grande si chiama invece “madre”. La prima matrioska di cui si ha notizia risale alla fine del XIXsecolo un periodo che per la Russia fu, oltre che di grandi mutamenti sul piano sociale, epoca di grande sviluppo economico e culturale.

Nel 1900 all’Esposizione Mondiale di Parigi la matrioska fu premiata e riconosciuta come simbolo della tradizione russa per la sua popolarità in tutto il mondo. Da allora ha rispecchiato nella sua espressione artistica la vita e la storia della Russia.

Ogni bambolina indossa il  vestito tradizionale locale, e la figura più grande , che quindi contiene le altre , è stata definita Matrena (dal latino mater = madre). Si può considerare, quindi, che matrioska sia un diminutivo di matrena ovvero “matrona” e che rappresenti simbolicamente la figura materna e la generosità ad essa correlata, in cui si identifica spesso – anche nella cultura occidentale – nella maternità e fertilità della terra.

Le otto piccole bambole che componevano la prima matrioska rappresentavano, in ordine di grandezza, una madre, una ragazza, un ragazzo, una bambina ecc., fino all’ultima figura, quella di un neonato in fasce.

Nella breve ( solo 10 giorni , sic!!! ) ma intensa permanenza a Mosca, nel passato maggio 2014, in occasione di Art Football, Campionato del Mondo di Calcio per Artisti,  cui hanno preso parte con la nazionale Italiana Artisti TV, specialmente Manlio Grimaldi e Luca Napoli, che  dividevamo la stanza di albergo, erano letteralmente circondati da matrioske di tutti i tipi , di tutti i colori , di tutte le grandezze ma tutte di immensa bellezza, tutte belle lì in bella mostra, sistemate in ogni angolo della stanza ( e per onestà di informazione quelle esposte erano solo quelle dell’amico Luca ).

Catania, 18 giugno 2014

Michael Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )