Di Tino La Vecchia

Il Catania ha appena fatto in tempo a recuperare la gara di Avellino della 29^ giornata, non disputata per neve, che arriva la notizia: a causa del contagio da Covid che ha colpito ben 24 elementi del Taranto, la gara casalinga contro gli Jonicidi domenica prossima sicuramente sarà rinviata. 

Per il Catania si tratterebbe, dopo Catania-Vibonese di fine ottobre e la già citata Avellino-Catania della terza gara rinviata. In oltre sessant’anni che seguo il Catania non ricordo mai un campionato così sconvolgente e travagliato.

Quando il Catania di Massimino venne  retrocesso in Eccellenza partì in ritardo. La squadra etnea fu costretta a un vero tour de force per mettersi in linea con le altre squadre. Ma, sebbene in Eccellenza, c’era un chiaro programma societario,  i propositi di riscatto per quella punizione subita, l’obiettivo preciso di scalare in fretta le categorie e arrivare in alto.

Questo campionato che il Catania, sebbene a fatica, dovrebbe completare ha messo in mostra l’intero campionario di ciò che un tifoso non vorrebbe mai vedere per non rischiare l’esaurimento nervoso.

La paura costante del fallimento e della radiazione dal campionato. L’ansia di aspettare l’ultimo giorno per sapere se gli stipendi dei calciatori sarebbero stati pagati o meno. Il peggior avvio registrato dal Catania in serie C con 4 sconfitte nelle prime 6 gare. La graduale ripresa della squadra guidata con mano ferma da Francesco Baldini. L’inattesa “esplosione” di Luca Moro, capocannoniere solitario con 7 reti a partire dalla 9^ giornata di campionato. L’incubo costante della penalizzazione in classifica. La messa in mora della società da parte dei calciatori. La felice scoperta che al Catania venivano concessi i calci di rigore e a tirarli, più che un calciatore, sembrava un computer perfetto, lo stesso Luca Moro, con 10 rigori realizzati su 10.

L’inevitabile fallimento. La sensibilità e l’elevata professionalità dei curatori fallimentari che hanno concesso al Catania di tirare avanti con l’esercizio provvisorio, allungando di giorno in giorno quella che si presentava come una straziante agonia. La prima asta deserta. La seconda asta deserta. Un estremo salvagente chiamato Benedetto Mancini.

Il grande Lucio Battisti avrebbe detto: «Tu chiamale se vuoi emozioni».

D’accordo le emozioni, ma ci sono tutti gli ingredienti adatti per far finire i tifosi in una clinica neurologica.

In mezzo a tutto questo il campo con un cammino in campionato a “strappi” e a fasi alterne. In un campionato così massacrante ed equilibrato come la serie C avviene a tutte le squadre, ma il Catania l’ha fatto, nel bene e nel male, nei momenti meno aspettati, suscitando speranze e delusioni, deprimendo ed esaltando i tifosi rossazzurri.

Dopo un avvio orribile con 4 sconfitte in 6 gare il Catania ha messo di fila 4 vittorie e 3 pareggi, conquistando la parte sinistra della classifica. Subito dopo, quando nessuno se l’aspettava, la sconfitta interna contro il Foggia e la sconfitta di Taranto, entrambe evitabili. Il calo improvviso con la sconfitta di Latina e i due punti di penalizzazione, ma, quando nessuno se l’aspettava il Palermo messo al tappeto al Massimino. Le due sconfitte interne consecutive contro Monopoli e Paganese con assurdi patemi di retrocessione, il sorprendente 3-3 sul campo della capolista Bari, finita sotto per 3-1, e poi la sconfitta interna contro il Catanzaro, seguita dall’inaspettata vittoria esterna contro la Turris che faceva rinascere speranze di Play off, puntualmente “gelate” dalla successiva sconfitta interna contro il Picerno. E Arrivavano altri due punti di penalizzazione in classifica. Tutto finito? Nemmeno per sogno, in quanto il Catania vinceva a Castellammare contro la Juve Stabia e poi batteva al Massiminola Virtus Francavilla, che non perdeva da 9 gare. Il rinvio della gara di Avellino e la terza vittoria consecutiva alle spese del Monterosi Tuscia e la quarta consecutiva sul campo della Vibonese. Quando il Catania toccava con mano i Play off non li raggiungeva perché veniva frenato in casa dal Campobasso, a testimonianza del bruttissimo rendimento interno della squadra, battuta fra le mura amiche per ben 7 volte, record negativo nella storia del Catania, con 23 punti in 16 gare, sole 5 squadre hanno fatto peggio. La rovinosa sconfitta di Foggia ricacciava il Catania indietro in classifica, ma osservando bene la graduatoria, si scopriva che gli spareggi promozione senza penalizzazione il Catania già li avrebbe raggiunti e rimanevano a una manciata di punti.

Non si sa con quale stato d’animo Baldini e i calciatori si sono recati ad Avellino dopo la mazzata di Foggia, ma adesso ci si chiede dove finiscono i demeriti del Catania e iniziano quelli del Foggia, che ha segnato 12 reti nelle ultime 3 gare e ha con 57 reti realizzate il miglior attacco del torneo.

Ad Avellino senza Luca Moro e Freddy Greco convocati nella Nazionale Under 20. Ma il bomber che si è cercato a Foggia l’ammonizione per scaricare la diffida, è anche squalificato. Fra Covid e Nazionale il contributo che Moro ha dato al Catania si è molto ridotto. Si spera che col ritorno in campo riesca a conservare il titolo di capocannoniere insediato da vicino dal palermitano Brunori.

Baldini presenta in campo una formazione con qualche sorpresa: in porta non c’è Sala ma Stancampiano. Personalmente preferisco fra i due Sala, ma entrambi alternano prestazioni superbe a gare deludenti e i limiti di entrambi i portieri sono evidenti.

Col portiere palermitano a custodia dei pali la linea difensiva rimane immutata nei centrali, che sono Lorenzini e Monteagudo, ma sulle due fasce, oltre Albertini c’è Zanchi. Centrocampo a tre composto da  Rosaia, Cataldi e Provenzano e tridente inedito con Simonetti e Russini ai lati a supporto della punta centrale Sipos.

Il Catania partiva molto bene e dopo un minuto l’arbitro Bordin di Bassano del Grappa trasformava in giallo un’entrata di Ciancio da rosso diretto, poi i rossazzurri ottenevano due corner consecutivi.

Gli Irpini si svegliavano sfiorando la rete al 10’ con Kragl che non riusciva ad approfittare di un malinteso fra Stancampiano e Lorenzini e al 18’ col pericoloso Kanouté. Il Catania reggeva molto bene l’urto dei padroni di casa, intenzionati a ritornare alla vittoria casalinga, dopo la sconfitta interna col Palermo e il pareggio contro il Messina. I padroni di casa non passano e ci tentano chiedendo al 31’ un calcio di rigore per un fallo di mani in area inesistente.

Rischia grosso l’Avellino al 32’ in seguito al solito pasticcio difensivo, sempre più frequente da parte di tutte le squadre in tutte le categorie, a salvare la porta degli irpini ci pensa il difensore Silvestri, dopo che il portiere di casa Forte, rinviando, aveva colpito in pieno la schiena di Sipos. Il Catania continua a spaventare i padroni di casa al 33’, stavolta è il portiere Forte a rimediare a uno svarione di Silvestri sventando la minaccia portata da Simonetti. Al 38’ l’Avellino sciupa una buona occasione da rete dopo un angolo battuto da Kragl con nessuno che riesce a spingere in rete. Al 43’ viene espulso Claiton dalla panchina.

L’allenatore degli Irpini Carmine Gautieri capisce che è meglio non correre eccessivi pericoli e aspettare il momento propizio e il primo tempo si chiude a reti inviolate.

La ripresa si apre con lo stesso copione della prima frazione di gara. Baldini manda subito in campo il talismano Kevin Biondi al posto di Provenzano. Nello spazio di 9 minuti ammonizione per tre calciatori, al 47’ l’avellinese Aloi fa compagnia a Ciancio, che era stato ammonito dopo un minuto, perché commette un brutto fallo su Simonetti. Il Calciatore rossazzurro si “vendica” un minuto dopo su Carriero e viene ammonito. Al 9’ giallo per Cataldi per un fallo tattico su Aloi. La gara diventa nervosa con l’Avellino che vuole la vittoria e con il Catania che non vuole perdere. Al 59’ Stancampiano è bravo a deviare in angolo un tiro di Rizzo da posizione defilata.

Al 63’ il Catania, a sorpresa, va in vantaggio. Accelerazione di Russini che dà a Cataldi il quale serve Sipos. Il sinistro dell’attaccante è chirurgico e non lascia scampo al portiere di casa.

Due minuti dopo viene espulso Lorenzetti, rosso diretto. Sulla punizione dal limite di Kragl Stancampiano vola e toglie il pallone dall’incrocio dei pali. Subito dopo per poco Rosaia non fa una clamorosa autorete, ma il palo grazia il Catania. Baldini corre ai ripari mandando in campo il giovane Pino al posto di Russini. I Lupi feriti attaccano a testa bassa ma si trovano di fronte una squadra con gli attributi e determinata. Si arriva alla fine con l’arbitro che concede 5 minuti di recupero. L’Avellino ci prova con Aloi e Murano ma il risultato non cambia e il Catania riscatta alla grande la sconfitta di Foggia, dove ha avuto la sfortuna di incontrare una squadra in pieno periodo di forma e allenata da Zeman.

Gli Irpini, sconfitti in casa da Palermo e Catania e fermati sul pareggio dal Messina si possono consolare in quanto al Partenio Lombardinon deve venire più nessuna squadra siciliana, in quanto hanno fatto in 3 gare casalinghe solo un punto!

L’inaspettato colpaccio dei rossazzurri manda la squadra di Francesco Baldini in orbita in quanto con i 3 punti ha raggiunto al 10° posto Picerno e Monterosi Tuscia. Salvezza ipotecata con 5 gare d’anticipo e Play off a un passo, a patto che non ritorni il rendimento schizofrenico casalingo.

Per favore, i tifosi finirebbero dritti in manicomio.

Fonte foto Ottopagine.it