Di Tino La Vecchia

Era il 12 settembre 2021, terza giornata di campionato. Il Catania, dopo essere stato bastonato all’esordio a Monopoli perdendo 3-0 ed essersi riscattato in casa contro l’Andria con la vittoria per 2-0, con una promettente doppietta di Sipos, affrontava al Marcello Torridi Pagani la Paganese. Io, che ritengo di conoscere molto bene la serie C, avevo pronosticato la sconfitta del Catania a Monopoli, affermando che la squadra pugliese parte sempre sparata per conquistare subito i punti Play off e la vittoria casalinga contro l’Andria. Contro la Paganese mi aspettavo la prima vittoria esterna del Catania. Invece, quel Catania, che ancora non aveva scoperto Luca Moro, giocando in superiorità numerica per un tempo, riusciva a perdere 1-0 sprecando con Ceccarelli un calcio di rigore al 51’ sullo 0-0. Segnava Diop al 69’. Quella sconfitta, non sono riuscito mai a digerirla perché maturata contro una squadra palesemente inferiore. Di quel Catania schierato a Pagani non ci sono più Maldonado, Ceccarelli e Calapai. Le assenze di Maldonado e Ceccarelli si sono rivelate una fortuna, visto che i due, più il secondo che il primo, calcisticamente a Catania non hanno fatto bene. Dopo quella sconfitta il Catania aveva perso altre 8 gare in campionato, ma tutte contro avversarie più forti o di pari livello, visto che Bari, Turris, Monopoli, Foggia, Latina, ancora Monopoli al Massimino, Catanzaro e Picerno hanno fatto sul campo più punti del Catania e il Taranto con 34 punti e due gare da recuperare non è poi da buttare.

Insomma, quella sconfitta di Pagani non stava né in cielo né in terra e il Catania, reduce da due prestigiose vittorie consecutive, sul difficile campo di Castellammare di Stabia e al Massimino controla Virtus Francavilla, la squadra più in forma del campionato, tanto che veniva da 6 vittorie e 2 pareggi, era chiamato a riscattarla. Invece, quando nessuno se l’aspettava è incappato nella settima sconfitta casalinga, la quarta nelle ultime cinque gare disputate al Massimino! Si tratta di un triste record negativo, che speriamo non verrà mai battuto. Mai in tutta la sua storia il Catania aveva perso 7 gare casalinghe sulle 14 disputate, nemmeno nel suo peggiore campionato di sempre come punti conquistati, quello di serie A 1983-84, chiuso con la retrocessione a 12 punti. Quel Catania nelle 15 gare casalinghe, molte in campo neutro, fu sconfitto in casa solo 5 volte.

Un tonfo davvero inaspettato. Per raggiungere l’obiettivo che si era prefissato Baldini operava solo una variazione rispetto alla formazione iniziale schierata contro la Virtus Francavilla con Rosaia in panchina e al suo posto Russini. Pertanto, Sala in porta, Lorenzini e Monteagudo centrali difensivi, Albertini e Pinto sulle fasce, trio di centrocampo composto da Greco, Cataldi e Simonetti e tridente offensivo con Luca Moro punta centrale, Russini e Biondi larghi sulle fasce. Un Catania che sembrava ormai collaudato e che, in barba alla penalizzazione, aveva dimostrato di poter legittimamente aspirare a raggiungere i Play off. Da parte sua la Paganese scendeva in campo col sangue agli occhi, consapevole della vittoria del Messina sul Monopoli che la spingeva giù al 17° posto, con la prospettiva di affrontare sabato la gara esterna di Potenza e precipitare ancora. Insomma, nonostante il discreto bottino casalingo con 23 punti, la Paganese, con soli 3 pareggi e 10 sconfitte fuori casa appariva facilmente domabile. La Paganese alla 6^ di campionato aveva conosciuto anche la gloria del 4° posto in classifica quando vantava 11 punti contro gli appena 4 del Catania, ma in un campionato lungo come la serie C i conti si fanno sempre alla fine e, soprattutto le partite si vincono sul campo non in teoria in quanto giocando, come in questa fase, tre volte in sette giorni basta un piccolo episodio per mandare tutti i piani all’aria.

Per portare via punti dal Massiminol’allenatore Grassadonia, che non poteva contare su Firenze per i postumi del Covid, senz’altro il calciatore di maggior talento della Paganese, si affidava al portiere Baiocco, vera bestia nera del Catania già quando militava col Siracusa, e alla punta Diop, che ha deciso la gara dell’andata. Ad arbitrare Andrea Ancora della sezione Roma 1.

Da subito il Catania appariva in chiare difficoltà con la Paganese che faceva densità a centrocampo, giocando stretta in venti metri, e operando pericolose ripartenze, come al 7’ con Zanini che costringeva Sala alla parata in due tempi. Al 16’ lo stesso Zanini gelava il Massiminoapprofittando di un errore clamoroso di Pinto. Il Catania reagiva ma Baiocco al 21’ era bravissimo a respingere un colpo di testa di Moro. La Paganese si rendeva ancora pericolosa al 27’ con Tommasini che chiamava Sala alla parata in due tempi. Gli ospiti, che hanno disperato bisogno di punti per non scivolare ulteriormente in classifica, ricorrono al gioco ostruzionistico. Clamorosa la simulazione al 37’ di Guadagni che inganna l’arbitro e porta all’ammonizione di Biondi.

Il primo tempo si chiudeva con la Paganese meritatamente in vantaggio per 1-0. Una squadra che fuori casa non ha mai vinto e ha fatto soli tre pareggi e perso dieci gare sta mettendo in serie difficoltà un Catania irriconoscibile.

Ad inizio ripresa Baldini mandava subito in campo Zanchi e Russotto al posto degli ammoniti Pinto e Biondi. La Paganese quasi smetteva di giocare affidandosi a rare ripartenze, ma la pressione continua di un brutto Catania non creava seri pericolosi agli ospiti, con un Moro, forse il peggiore in campo, che sembrava involuto e svagato, nemmeno la copia sbiadita di quel giocatore che ha meritato il salto in serie A col Sassuolo.

Nei sette minuti di recupero l’occasione per pareggiare capitava al subentrato Sipos che non riusciva a colpire di testa un buon cross di Russotto.

Adesso ci vorranno chili di bicarbonato per digerire la Paganese che, in fin dei conti, ha soltanto approfittato di una prova scialba e inaspettata del Catania per portarsi a casa 3 punti fondamentali per la sua classifica e spera ancora di evitare i Play out.

Battuta d’arresto gravissima che fa davvero male alla classifica e al morale, perché se è vero che il Catania, superiore tecnicamente alle squadre che stanno in fondo, non dovrebbe correre pericoli è altrettanto vero che la Paganese si è portata a 4 punti dal Catania e con la trasferta di Avellino di sabato non c’è da stare tranquilli.

Il Catania, a parte che Grassadonia ha vinto il duello tattico con Baldini, ha pagato dazio per le tossine accumulate nei muscoli e non è riuscito a smaltire la fatica della gara contro la Virtus Francavilla.

La Paganese, che veniva dalla pesante sconfitta interna contro il Monterosi Tuscia dove quasi non ha giocato, forse perché non era riuscita a smaltire le fatiche della gara di Catanzaro, stava fisicamente molto meglio, ha capitalizzato l’occasione giusta e ha fatto sua la gara senza dannarsi troppo.

Ora visto che alla fine di ogni campionato gli zeri nelle caselle si sfaldano e la Paganese, giusto giusto, ha cancellato lo zero delle vittorie esterne vincendo a Catania, ai rossazzurri non resta altro che riscattarsi ad Avellino, l’unica squadra, assieme al Palermo, a non aver mai perso in casa.

Foto di C. Sciuto