Mariano Julio Izco: che struggente nostalgia.

di Tino La Vecchia

È di poco fa la notizia che il Catania, dovendo fare necessariamente di necessità virtù, ha basato la sua compagnia acquisti su calciatori a costo zero, ovvero tutti svincolati. In questo momento sono sette, ma fra questi spicca un nome importante ed è quello di Mariano Izco. Non è un nome qualunque, come non lo è quello di Marco Biagianti, nella speranza che possa essere recuperato. Izco rappresenta l’anello di congiunzione fra il passato e il presente, fra il Catania che fu e quello che è. Fra la favola bella che ieri m’illuse, per dirla alla D’Annunzio, e quella che oggi ci illude. Argentino di Buenos Aires, Izco il 13 marzo ha compiuto trentasette anni. Arrivò a Catania nell’agosto del 2006, con la squadra che si accingeva a disputare il suo primo campionato degli otto di serie A del XXI secolo. Izco era il primo di una lunga serie di argentini che, col passare del tempo divenne sempre più nutrita, fino a tredici elementi in rosa in una sola stagione, quella 2010-11, tanto da far diventare il Catania una “Piccola Argentina”. E lo divenne ancor di più quando il Catania, liberatosi di Marco Giampaolo che non seppe mai instaurare un vero feeling con i tifosi, lo sostituì con Simeone. In verità, Izco era stato preceduto in serie B da un altro argentino, un tale Zavagno che in maglia rossazzurra disputò solo 15 gare e poi rescisse il contratto per problemi familiari. Ma Izco era qualcosa di diverso. Alto un metro e ottanta ma così agile da sembrare ovunque. Fece il suo esordio in serie A il 26 novembre 2006 nella vittoria casalinga contro il Parma, fornendo a Fabio Caserta un assist al bacio per il 2-0 finale. Nel drammatico confronto di Bologna contro il Chievo Verona, Izco, col suo numero 13 sulla maglia, fu determinante per la salvezza del Catania. Dopo la prima stagione divenne titolare inamovibile, una colonna della squadra. Ma il massimo lo toccò nella stagione 2009-10. Che struggente nostalgia! Il Catania era stato affidato a Gianluca Atzori, significava dare in mano una Mercedes a un neopatentato. Gli schemi erano validi, ma la gestione delle partite no. Il Catania era con un piede in serie B quando il geniale intuito di Lo Monaco fece arrivare a Catania Mihajlović. L’esordio casalingo fu da sfortuna nera col Livorno, dominato per oltre 70 minuti che a due minuti dalla fine trovava la rete del vantaggio con Danilevicius. E il Catania, ultimo in classifica, con 9 punti che si doveva recare sul campo della Juventus. Contro il Livorno a Mascara erano saltati i nervi ed era stato espulso.

Il Catania a Torino giocava bene, mica Mihajlović, è un allenatore qualunque. Al 23’ l’arbitro Nicola Pierpaoli di Firenze non aveva paura e assegnava un calcio di rigore al Catania. Forse per questo l’arbitro non ha fatto carriera. Dal dischetto andava Martinez e portava in vantaggio il Catania. La reazione della Juventus si concretizzava col pareggio al 66’. Ma al Catania serviva la vittoria. Con i pareggi non si andava da nessuna parte. L’allenatore serbo del Catania tentava il tutto per tutto e al 67’ mandava in campo Plasmati. Il gigante di Matera valeva molto di più della carriera fatta. A due minuti dalla fine effettuava un indimenticabile tocco al volo no look e liberava in area lui, Mariano Izco. Il Catania vinceva a Torino 2-1 iniziando un’incredibile scalata alla classifica perché Izco non sbagliava e trafiggeva Manninger, ma anche con Buffon in porta sarebbe stata la stessa cosa. Solo in quel momento mi accorsi che Izco era l’anagramma di Zico. Fedele al Catania per tutte le otto stagioni di serie A e protagonista assoluto al Massimino nell’ultima illusione di salvezza, quando segnava nel 4-1 alla Roma due reti di rara bellezza.

Col Catania in serie B andò al Chievo Verona in serie A, titolare nella prima stagione in serie A, prima di un grave incidente che lo costrinse a saltare la stagione successiva. Ritornò ancora titolare.

Adesso quel Catania in serie A non c’è più, ma è ritornato Mariano Izco a ricordare che oltre le fitte tenebre che avvolgono da diversi anni il Catania può ritornare a intravedersi uno spiraglio di luce, magari una piccola particella del fulgore emanato dal Catania in serie A.

Catania, 17 settembre 2020

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini gazzetta.it )

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