La luce alla fine del tunnel: il Catania cambia proprietà e chiude l’ultima pagina di un bel libro dal finale orrendo.

di Tino La Vecchia

Simone Cristicchi, cantautore eccentrico e impegnato, alcuni anni fa, ha portato alla ribalta una canzone dal ritornello che è diventato un tormentone. “Sono fuori dal tunnel”. Il tunnel rappresenta il buio, che fa paura a tutti, fuori c’è la luce.

Finalmente, dopo un lungo tunnel, oggi il Catania Calcio ha rivisto la luce. Il Tribunale, aprendo l’unica busta, ha scongiurato il fallimento della società che passa di proprietà della SIGI SPA per un milione e 329 mila euro. Non mi interessa capire il perché dell’ammontare esatto della cifra, mi interessa sapere che, finalmente, si è chiusa l’ultima pagina di un libro che nella prima parte ha entusiasmato, ha fatto innamorare, illuso e gioire, poi, con lo scorrere delle pagine, sotto il velo di una bellezza illusoria, è apparso il volto deformato e orrendo della realtà. Nessuno vuol buttare le ultime pagine o far finta che non esistano, il mio grazie va a Pietro Lo Monaco per quel che ha fatto per il Catania, per come si è speso, anche dopo il ritorno, per cercare di mantenere in vita la società. Ci fosse stato Lo Monaco i famosi “treni del gol”, ammesso che siano davvero partiti, non sarebbero mai partiti. Il Catania non sarebbe mai finito in serie C e nei guai economici.

In serie A, in serie B e in serie C, tutte le squadre che vogliono raggiungere un obiettivo, grandi e piccine, non vanno mai in treno, vanno direttamente a piedi, o, al massimo scelgono il pullman. L’errore di Pulvirenti non potrà mai essere perdonato, un errore che ha prodotto sofferti campionati di serie C a ripetizione chiusi sempre da cocenti delusioni.

Adesso inizia un’era nuova, in quanto nella vita tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Bisogna eliminare le ultime scorie e iniziare davvero un nuovo libro. Per prima cosa bisogna iscriversi al campionato di serie C, rimanere ancora in girone infernale dal quale non è facile uscire. Per ritornare nel calcio che conta per prima cosa ci vuole la programmazione, le giuste competenze, poi la passione e, infine notevoli capitali, tutte cose che il Pulvirenti degli ultimi cinque anni non aveva più, nonostante il salvagente che gli aveva lanciato Lo Monaco. La programmazione, le idee chiare e competenze giuste messe prima dei soldi, e lo sa bene Aurelio De Laurentis che, diciamo a sorpresa, nonostante i notevoli investimenti, è rimasto con un pugno di mosche in mano in quanto il Bari è stato costretto a dare all’ex Reggiana l’unico posto per la serie B.

Catania, 23 luglio 2020

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini fotocommunity.it )

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