Investire in cultura, aggregazione e…Divina Commedia. Un musical per i giovani ma che strizza l’occhio a tutti.

di Concetto Sciuto

Sono numeri da colossal quelli che ruotano intorno al musical “La Divina Commedia “, spettacolo, insignito della medaglia d’oro dalla Società Dante Alighieri, che andrà in scena il 21 e 22 febbraio al PalaCatania  e che è stato presentato venerdì mattina a Catania nella sala Giunta del palazzo degli Elefanti alla presenza del sindaco Pogliese, degli assessori Barbara Mirabella ed Enrico Trantino, del capo di Gabinetto Giuseppe Ferraro, del produttore Gabriele Gravina, del regista Andrea Ortis, dell’attore Antonello Angiolillo che interpreta Dante, la legal consultant Ida Linda Reitano, il promoter Giuseppe Rapisarda e il produttore esecutivo Lara Carissimi.  Uno spettacolo complesso, dicevamo, con ben oltre duecento costumi di scena, un cast formato da ben cinquanta persone, settanta cambi di scena, musiche non sintetizzate, un corpo di ballo composto da quattordici ballerini che prevede anche acrobati, nuovi effetti tecnologici di luci e proiezioni evoluti e sorprendenti che dipingono la scena con quadri in 3D in continuo movimento e con voce narrante di…Giancarlo Gianni.

Dopo i saluti da parte del sindaco, che ha evidenziato il gran successo che questo spettacolo ha già riscosso in numerose altre città, per un “impegno artistico che rientra all’interno del tentativo di crescita della nostra comunità anche dal punto di vista culturale”, la parola è passata al promoter Giuseppe Rapisarda che ha sottolineato l’importanza di coinvolgere il tessuto sociale del nostro territorio ma soprattutto le scuole, fucine di nuovi futuri spettatori ma anche di cittadini del domani. Difatti, “sarà uno spettacolo che ha coinvolgerà ben cinquanta istituti con oltre seimila studenti, di cui centoquaranta alunni diversamente abili, e ben quattrocento professori, provenienti dalla Sicilia orientale e centrale per un evento didattico così importante mai realizzato nella nostra regione”.

Prima di ascoltare il secondo intervento, non si può non rimanere perplessi, fosse anche per un solo per un istante, nel provare ad associare il nome di Gabriele Gravina, presidente della FIGC, alla produzione di un musical come “La Divina Commedia”. Ma è una perplessità che occupa lo spazio di pochi ticchettii della lancetta dei secondi, soprattutto non appena lo stesso presidente prende la parola dissipando, con il suo caloroso intervento, desueti preconcetti che impedirebbero l’unione tra impegni nel mondo dello sport e culturali o viceversa.

Così, lo stesso Gravina, dopo aver ringraziato l’amministrazione comunale per la voglia e la forza di testimoniare ed edificare valori aggreganti intorno alla città grazie a progetti di valore culturale, ha messo l’accento sul senso di responsabilità sociale che passa attraverso l’impegno investendo sia nel mondo dello sport, sia in quello culturale, “impegno che dovrebbe essere una sorta di rivoluzione culturale, anche grazie anche a questo progetto, e che superi un arido concetto individualista di dare avere”. Mentre la visione più giusta, continua il presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, ma in questo frangente sempre in veste di produttore,  dovrebbe essere quella di coinvolgere il tessuto economico e dell’imprenditoria del nostro paese che  abbia la capacità di riversare , sul proprio territorio, in una visione più ampia dello stesso,  gli aspetti più importanti dell’economia come il valore della competizione, “nel senso positivo ed etimologicamente molto più profondo del termine”, e che non sia legata solo alla logica del profitto, ma afferire a quella competizione che si ponga come meta di centrare in pieno l’obiettivo. Questo dovrebbe avvenire grazie a una forma di aggregazione e socializzazione e anche, nel nostro caso, attraverso l’opera più importante della storia culturale italiana, nella speranza che possa innescare la voglia negli studenti di approfondire e ricominciare a studiare un capolavoro letterario mondiale.

Questo è il più importante ritorno per noi dopo tanti sacrifici, “considerando che non c’è speculazione economica e non c’è profitto, ma che speriamo sarà un credito indiretto”. Dopo il lodevole intervento di Gravina, la parola passa al regista Andrea Ortis che ci tiene e precisare che Catania è l’unica tappa siciliana, superando le difficoltà logistiche per arrivare fino al sud, “ma ne valeva la pena per portare questo prodotto che ha in sé un concetto registico di rivalutazione di un patrimonio di così rara bellezza com’è la Divina Commedia”. Si è trattato, continua Ortis, “di un lavoro lungo e complesso, ci sono voluti ben tre anni per studiarla e conoscerla bene, uno studio che però ti permette la comprensione dell’opera per poi essere libero nel metterla in scena, un valore italico con musiche italiane non campionate ma registrate con veri strumenti e su ambienti sonori più spietatamente rock fino ad atmosfere più rarefatte a secondo la scena”. Ci sarà anche un corpo di ballo formato da seri professionisti di cui farà parte un ballerino catanese, Alessandro Trazzera, “un modo per mettere a frutto i prodotti tipici della nostra terra che sono le…persone e le loro idee che sono meno deteriorabili di quelli mangerecci”.  Un’opera conclude il regista, che ha coinvolto migliaia di giovani a cui è ritornata la voglia di capire anche i personaggi storici citati, con un linguaggio che stia al loro passo, “ed è la massima soddisfazione come artista e come uomo perché non è una opera ruffiana e nemmeno commerciale”.  Poi è la volta di…Dante Alighieri, interpretato dall’attore Antonello Angiolillo che esordisce dicendo di essere “l’anziano” della compagnia, considerando che  fa questo lavoro da 30 anni ed ” è felice di tornare in Sicilia dove cultura, spettacolo e turismo dovrebbero essere tre volani per il territorio”.

Ci precisa che non sarà il Dante canonico per una scelta registica di non raccontare il Divin Poeta perché la Divina Commedia fondamentalmente è la storia di un uomo che può ricordare le storie di chi sta in platea rivivendo anche loro la medesima storia, “rispecchiandosi in quell’uomo che racconta di sé”.  Si conclude qui questa intensa conferenza stampa che ha tratteggiato, nelle sue linee più importanti, un lavoro particolare, difficile ma intrigante nello stesso tempo, soprattutto nel suo essere riproposto attraverso un’abbacinante multimedialità e rilevante portata semantica di messaggi tuttora validi, perfino oggi nell’impalpabile era del digitale. Un plauso, come sempre, va ad Alfio Grasso della “Giuseppe Rapisarda Management” per l’impeccabile organizzazione di questa “dantesca” conferenza stampa.

Catania, 16 febbraio 2020

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine )

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com