Vox populi: Black Wednesday.

di Concetto Sciuto

“La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci” diceva Isaac Asimov. E ci vorrebbe tutta l’ineguagliabile fantasia dello scrittore russo per comprendere cosa pensavano di risolvere quei dieci facinorosi aggredendo, prima che il DS, l’uomo Pietro Lo Monaco. Inoltre, in migliaia, ci stiamo ancora chiedendo: cosa hanno cercato di dimostrare, e sperare di ottenere, con questo riprovevole gesto, se non quello di avere, giustamente, contro di loro tutti e tutto ciò che ruota intorno al mondo del calcio e anche oltre? Cercavano risposte? quelle si ottengono solo formulando, civilmente, delle domande e al massimo criticando, ancor più civilmente, ciò che si pensi sia errato. Cercavo, invece, un po’ di notorietà? L’hanno ottenuta, ma in negativo, tirandosi addosso i biasimi di un’intera comunità che, oltre ad avere stigmatizzato la delinquenziale iniziativa, non spenderà mai una sola sillaba a loro sostegno, anzi.

E dunque? Quale immediato e indelebile risultato hanno ottenuto? Solo quello di averci fatto vivere un mercoledì nero e aver riportato Catania agli onori di quella cronaca di cui ne avremmo fatto volentieri a meno, considerando il costante pericolo di un rigurgito di un passato, targato 2 febbraio, ancora troppo duro da cancellare. All’istante, e come concreta risposta, l’unica cosa che dovremmo (ri)acquistare è una serenità d’animo e di pensiero sperduta nei meandri di chissà quale illogico, improduttivo, pernicioso, essere tutti contro tutti, in quell’ostinato attestarsi nelle proprie idee facendo venir meno i due più importanti principi nei rapporti interpersonali: il rispetto e la dialettica, e questo dovrebbe valere sempre, e nel nostro caso per qualsiasi ruolo, grado e attore sociale che ruota intorno all’universo rossazzuro. Perché adesso, con c’è più spazio nelle, ideali, triste pagine nere dove, nel giro di pochi giorni, sono state scritti i più brutti episodi di cronaca (sportiva?) che una storia come quella del Calcio Catania, di certo, non meritava.

Un parossistico susseguirsi di eventi, fino ad arrivare all’inenarrabile di oggi, il tutto seguendo una, e una sola, direzione: verso il basso, riuscendo, non sapendo spiegarci come fisicamente sia stato possibile, ad andare oltre il basso più basso.

Nell’immediato da qualcosa bisognava pur ricominciare, e la bella risposta sul campo del Potenza, terreno solitamente impossibile per i colori rossazzuri, è stato un tenue raggio di sole in una giornata dove il buio della civiltà ha raggiunto il nero assoluto.  Uno spiraglio di luce che va alimentato e non spento, basterebbe che ognuno di noi rispettasse la propria parte ma stavolta agendo da positivo e onesto interprete, e questo bisognerebbe farlo oltre che per il Catania, per la città di Catania che ha già le sue profonde ferite economiche e sociali da sanare, dove la sua squadra di calcio diventa, inevitabilmente, vetrina di sé stessa ed oggi, sicuramente, non ha mostrato il meglio di ciò che questa città , tra le più belle al mondo,  effettivamente è, o dovrebbe essere, o ciò che tutti noi desidereremmo che fosse e diventasse.

Catania, 28 novembre 2019

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( immagine allegata creata da Chiara Sciuto )

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com