Il Catania continua a perdere terreno, per Lucarelli due gare casalinghe consecutive e due pareggi.
di Tino La Vecchia
Due gare casalinghe consecutive per il riscatto: il Catania ha fallito la prima, la più facile contro il modestissimo Bisceglie, e non è riuscito a riemergere dal mare dei guai che lo sta sommergendo nemmeno nella seconda, e non è andato al di là dello zero a zero contro il quotato Bari. La vetta della classifica era già distante, francamente troppo distante, adesso il divario dalla capolista Reggina ha assunto proporzioni inimmaginabili ad inizio campionato: undici punti dopo appena dodici gare mortificano le aspirazioni del Catania. Sarebbe giudizioso affrontare il campionato gara dopo gara col massimo impegno, senza guardare più la classifica, senza nemmeno guardare alle tante squadre che stanno davanti e che costituiscono un ingombrante ostacolo. Prima di questo turno di campionato il Catania era al decimo posto per differenza reti, adesso ha staccato di un punto la Paganese, prossimo avversario, ma alla fine del primo tempo delle gare in corso fra Teramo e Casertana e fra Vibonese e Ternana è stato scavalcato anche dalla Vibonese e dal Teramo! Con tutto il rispetto per il Teramo fa molto male al cuore dei tifosi leggere la classifica e vedere la squadra rossazzurra in graduatoria sotto gli abruzzesi. La prima di Lucarelli era andata assai male, col Bisceglie beffardamente al pareggio nei minuti di recupero. All’allenatore livornese, da due giorni ritornato in panchina, andava concessa l’attenuante del poco tempo a disposizione. Oggi quest’attenuante non c’era più, rimane quella di un organico non eccelso e di un’infermeria così affollata da ricordare un reparto ospedaliero. Lucarelli ha chiamato a raccolta i suoi uomini, ha preso visione della situazione e si è affidato agli undici uomini che ha ritenuto più idonei ad affrontare il quotato Bari, una squadra che era partita male ma rivitalizzata dalla cura Vivarini. Il Catania ha fatto quel che ha potuto. Alla fine, anche se a sprazzi, i rossazzurri hanno mostrato chiari segni di risveglio e buone trame di gioco.
Il Catania avrebbe meritato la vittoria, ma la vittoria non è arrivata, anche perché l’arbitro Marchetti di Ostia Lido non si è sentito fare un torto a una società potente come il Bari e, anche se richiamato dal suo collaboratore, ha negato al Catania un rigore solare trasformando il fallo di mani di un difensore pugliese, avvenuto mezzo metro dentro l’area di rigore, in un’assurda punizione dal limite. Non c’è stata nemmeno la giustizia a mettere a posto le cose perché nel susseguente calcio di punizione dal limite Frattali ha compiuto una prodezza andando a togliere il pallone calciato da Lodi da sotto la traversa. Lucarelli ha riproposto il modulo 3-5-2, ma i moduli contano fino a un certo punto quando i calciatori in campo danno il 100% delle loro possibilità. In porta Furlan, i due esterni Calapai, spesso solo e trascurato dai compagni, e Pinto, con quest’ultimo che ha sbagliato un’infinità di palloni. I tre centrali difensivi sono stati Silvestri, Biagianti e il rientrante Mbende. A centrocampo con Welbeck e Lodi il rientrante Dall’Oglio, in avanti Di Piazza e Mazzarani, con quest’ultimo il più delle volte rientrato a dar man forte al centrocampo.
Oltre al rigore non concesso al 25’ il Catania ha avuto alcune occasioni per passare in vantaggio, la più clamorosa al 19’ quando Di Piazza, dopo una lunga sgroppata, ha calciato con violenza obbligando Frattali alla respinta, sul pallone si è avventato Mazzarani che con la porta libera, purtroppo, ha tirato sull’esterno della rete.
Il portiere del Bari è stato ancora bravo a respingere al 35’ su Di Piazza. Insomma per tutto il primo tempo si è visto un buon Catania. Da parte sua il Bari non è rimasto a guardare, ma Furlan, quando è stato chiamato in causa si è dimostrato sempre attento e sicuro. Nella ripresa il Catania ci ha tentato ancora ma la squadra aveva speso parecchio dal punto di vista atletico e il Bari, pur non brillando, ha controllato senza eccessivi patemi. Se si guarda solo ed esclusivamente ai due risultati conseguiti nelle due gare casalinghe consecutive, con l’avvento di Lucarelli il Catania ha fatto un passo indietro perché prima dell’arrivo del tecnico livornese aveva vinto tutte le quattro gare casalinghe e adesso ha ottenuto solo due pareggi. Le cose non stanno proprio così per due precisi motivi: con Camplone in panchina il Catania, dopo aver vinto ad Avellino, ha totalizzato cinque sconfitte consecutive, molto difficile che Lucarelli nelle prossime sei trasferte non faccia più di tre miserevoli punti. In secondo luogo il Catania con il Picerno, pur avendo vinto di misura, non aveva per nulla brillato lasciando davvero perplessi. Il Catania visto all’opera contro il Bari, almeno per metà gara, ha giocato bene, quindi è plausibile supporre che ci siano ampi margini di miglioramento, ma non per arrivare chissà dove, ma almeno per assestarsi in maniera stabile nella griglia dei Play off alla ricerca di un piazzamento dignitoso.
La strada da percorrere è senz’altro lunga, ancora ci sono molte cose che non vanno e diversi calciatori al di sotto del loro rendimento. Per esempio, se oggi vedendo all’opera Furlan ho avuto la chiara impressione di aver ritrovato un portiere sicuro e affidabile, di converso valutando la prestazione di Pinto sono rimasto sorpreso in negativo. Comunque, la prossima il Catania si recherà in casa della Paganese e non dovrebbe perdere, per la statistica, e non può perdere, per tutto il resto. Essere scavalcati anche dalla Paganese sarebbe davvero la fine!
Catania, 27 ottobre 2019
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini catanista .eu )