Vox populi: l’anno (calcistico) che verrà.

di Concetto Sciuto

Domenica ricomincia il campionato di serie C, e per certi aspetti si riparte da dove c’eravamo lasciati. Ma cos’è successo in questi mesi che sono trascorsi tra quella “battaglia” (a suon di pugni ed espulsioni) di Trapani, e la vigilia della prima di campionato in casa di un famelico lupo come quel di Avellino? Tanto o troppo poco, dipende a quale voce vogliamo dare più credito. Iniziando da un classico come la campagna acquisti, possiamo affermare che non sono pochi i tifosi rimasti non completamente soddisfatti dalla stessa, e speravano in qualche altro piccolo rinforzo per completare una rosa che non sembrerebbe così competitiva come le dirette avversarie, almeno sulla carta. Di contro, la società Calcio Catania, oltre ad avere l’esigenza di sfoltire un organico al limite della “capienza”, ritiene completato il lavoro di rinforzo. E fino adesso nulla di nuovo all’interno di un classico gioco delle parti che si ripete ad ogni campagna acquisti. Per ciò che riguarda il primo impegno ufficiale dei rossazzurri, come la Coppa Italia, non considerando il poco più di un allenamento contro il simpatico Fanfulla, al primo vero test i ragazzi di mister Camplone sono stati eliminati. La sintesi di questa eliminazione, sempre analizzata in prospettiva futura, stavolta è tripartita: per un nutrito gruppo di tifosi è stata una orgogliosa prestazione che fa ben sperare in ottica campionato, per altri meglio così, ciò evita di avere ulteriori impegni che possono distrarre dall’obiettivo principale, rimane però la delusione per chi sperava in una vittoria che ci avrebbe riportato su scenari di un lontano passato. E per ciò che riguarda le prime impressioni sul nuovo tecnico? Ancora è troppo presto e troppo poco prima di poter emettere dei seri giudizi, anche perché fino adesso ha confermato l’impressione data durante la sua presentazione ufficiale: indiscutibilmente è un uomo di poche parole a cui sembrerebbe corrispondere, all’incontrario, un deciso impegno nel lavoro, pertanto attendiamo che siano i fatti a parlare per lui. E per ultimo ma non ultimo: i nuovi acquisti? Qualcuno, zona centrocampo(?), si è già messo in mostra, mentre qualche attaccante sembra risvegliatosi dal letargo dello scorso anno, e gli altri del medesimo reparto fanno ben sperare almeno sul piano dell’impegno, per il resto ci sarà una stagione intera per capire se saremo nuovamente alle prese con qualche brutta sorpresa come lo scorso campionato, ma la cosa più importante per adesso sembrerebbe, grazie anche ai nuovi, che il gioco abbia guadagnato in velocità. Era ora! Cosa importante, ci si augura tutti, che sia finalmente il campionato giusto, non fosse altro a compenso di un inizio anno che sarà molto deludente per il calcio siciliano dove bisognerà scendere di tre categorie per vedere all’opera le prime squadre isolane, dopo c’è il vuoto assoluto ed è troppo distante il ricordo del campionato di massima serie in cui militavano ben tre formazioni rappresentative della regione più grande d’Italia e una delle isole più belle al mondo. Amarcord a parte, anche il calcio nostrano ha pagato, e continua a pagare, una crisi generalizzata del settore, e oggi riuscire a galleggiare in C sembra quasi come vincere un campionato, poi che questo possa diventare un alibi, è tutta un’altra storia che fa parte di quella vecchia ruggine ancora troppo difficile da raschiare.

A tal proposito, tutt’oggi non sono pochi i malumori diffusi tra i tifosi nei confronti della società, e si è continuamente alla ricerca, se non proprio di un “binomio inscindibile”, di qualcuno che faccia un (primo) passettino avanti, un minimo di apertura a un dialogo che possa riavvicinare le due parti contrapposte.

E, in tal senso, tra alti e bassi, tra scuse e momentanee riappacificazioni, non si è mai avuto una vera continuità che ha ricalcato, inevitabilmente, la discontinuità nel gioco e nei risultati, rafforzando quell’acredine che divide ancora i tifosi dalla dirigenza.

E considerando che, potenzialmente, tocca proprio alla squadra dell’Elefante l’onere e l’onore di riportare, oltre i nostri colori, anche la nostra regione a categorie più dignitose, bisognerebbe superare, in fretta, questa perniciosa incomunicabilità.

Non servirebbe ricordarlo, ma nelle società civili esiste una sorta di patto non scritto che fa superare muri e divisioni se c’è

da raggiungere lo stesso, identico, obiettivo, pertanto, quando la meta è una sola, normalmente, questa accomuna tutti elidendo disaccordi e contrasti: dovrebbe funzionare così anche alle falde dell’Etna.  Ed è forse proprio questo disaccordo l’ultimo anello mancante di una lunga catena fatta di speranze e sogni mai realizzati fin dal quel maledetto 23 giugno di quattro anni fa.  E nell’attesa del primo fischio ufficiale, parafrasando un gigante della musica leggera italiana, potremmo dire che l’anno (calcistico) che sta arrivando tra un anno passerà, e noi (tifosi) ci stiamo preparando (alla serie B) e questa (non) è la novità: almeno da un lustro a questa parte. Con buona pace del grande Lucio, anche lui “tifoso” e amante della nostra città.

Catania, 24 agosto 2019

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine )

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