L’ultimo maestro, addio a Zeffirelli.

Era rimasto solo lui tra i monumentali, iconici, registi che hanno fatto grande, nel mondo, il cinema italiano: Franco Zeffirelli da poche ore non c’è più.

Il suo nome si aggiunge, da oggi, a quei giganti che, purtroppo, ci hanno lasciati, registi del calibro di Federico Fellini, Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Sergio Leone, Bernardo Bertolucci e il suo maestro e iniziatore, a questa meraviglioso mestiere, Luchino Visconti da cui ha mutuato precisione e passione.

Si chiude così, con la sua scomparsa, questo ciclo di geni della settima arte che solo in un paese eclettico come il nostro potevano nascere e sviluppare una talentuosa creatività invidiataci da tutti e, cosa più importante, non replicabile.

Ogni produzione del regista fiorentino, non solo cinematografica, ha rappresentato, in se, una perla che ha ornato un diadema chiamato cinema e teatro, tutti (capo)lavori traboccanti di un così genuino e profondo sentimento che è riuscito a mettere a nudo, e a toccare, le più recondite corde delle nostre emozioni tra fede ( Gesù di Nazareth,  Storia di una capinera, Fratello sole, sorella luna) e umani impeti amorosi arricchiti da tanto “Shakespeare” autore da lui infinitamente amato ( La bisbetica domata, Amore senza fine, Romeo e Giulietta, La traviata, Amleto, Otello).

E l’elenco si allunga, quasi senza soluzione di continuità, non dimenticando di citare anche altri film importanti come un “Tè con Mussolini” (una sorta di semi-biografia del regista), Callas for ever (un omaggio, forse non troppo riuscito, del suo amore per la lirica e per la stessa cantante) e non ultimo  Jane Eyre, toccante film tratto dall’omonimo romanzo di  Charlotte Brontë.

Si definiva “presuntuoso e giovanilmente impaziente” e non a torto considerando il suo essere genio a tutto tondo che, non dimenticando mai chi fu il suo maestro, ha spaziato anche nel campo del teatro, dei costumi e come impeccabile scenografo. Pertanto, novantasei anni spesi bene che ci hanno donato una rinnovata sorgente di palpabili emozioni da cui tutti, nessuno escluso, ci siamo dissetati, di conseguenza, già da domani, prepariamoci a un’implacabile arsura culturale e sentimentale, perché è sempre così quando un grande ci lascia. E con sincera malinconia nel cuore, possiamo solo auguragli: buon viaggio maestro.

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com

Catania, 15 giugno 2019

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto web immagini.quotidiano.net )