Ci vuole un po’ di pazienza, dote dei forti, e, se alla fine tutto andrà come previsto, il Catania sarà al primo posto.
Attualmente in testa alla classifica del girone C di serie C c’è il Rende con 23 punti, frutto di 8 vittorie e 3 sconfitte, ma la squadra calabrese non è la vera capolista del girone. Alle spalle del Rende c’è una coppia formata da Trapani e Juve Stabia appaiate con 22 punti, soltanto quarto il Catania con 17 punti. Si tratta di una classifica fuorviante, che inganna facilmente chi opera una lettura superficiale. Ancora una volta ringraziamo il signor Balata e tutti coloro che hanno messo in primo piano gli interessi personali (sporchi) a discapito di società e tifoserie per questo vergognoso e previsto caos che hanno determinato. Fra squadre che riposano, squadre che dovranno riposare e una marea di partite da recuperare la situazione appare più ingarbugliata di quanto sia. Facciamo un po’ di chiarezza: il Rende, penalizzato di un punto, così come il Trapani e la Juve Stabia, è una capolista virtuale in quanto ha disputato undici partite su undici e non ha ancora riposato. Stesso identico discorso vale per il Trapani che in classifica ha un punto in meno. Gli stessi 22 punti del Trapani ha la Juve Stabia, ma le Vespe, non solo hanno già effettuato il turno di riposo ma devono recuperare un incontro casalingo, quello contro la bizzosa Viterbese Castrense. Quindi, con due incontri disputati in meno rispetto al Rende e al Trapani la vera capolista del girone deve essere considerata la Juve Stabia. Il Catania, pur dovendo ancora riposare, ha disputato due incontri in meno rispetto al Rende e al Trapani, ma in classifica conta 17 punti, quindi, se in teoria non è distante da Rende e Trapani, non è vicinissimo dal primo posto virtuale che deve essere assegnato alla Juve Stabia.
In questo momento il maggior pericolo per il Catania è rappresentato proprio dalla Juve Stabia. Purtroppo, non è l’unico. Era prevedibile che la folle estate causata da Balata avrebbe prodotto danni notevoli alle aspiranti al ripescaggio, costrette prima a restare ferme e poi a recuperare le gare non disputate intossicando i muscoli.
I danni li hanno subiti tutti, Catania compreso. Non si spiegherebbe altrimenti la scialba prestazione fornita dai ragazzi di Sottil contro il qualitativo Catanzaro.
Con le idee annebbiate e l’acido lattico accumulato nel vittorioso posticipo contro il Siracusa non ancora smaltito il Catania ha affrontato il peggior avversario possibile e ha perso senza attenuanti, come ha perso lo stanco Siracusa contro il Francavilla.
Nessuno s’era illuso che la gara contro i calabresi potesse essere una passeggiata, tutti gli avversari di turno venderanno cara la pelle, così come ha fatto il Catanzaro, ma non tutti, per fortuna del Catania, valgono quanto il Catanzaro. Soprattutto il Catania s’imbattuto in una squadra non solo forte, ma guidata da Gaetano Auteri, l’unico allenatore che considera battere il Catania una questione d’importanza vitale, il maggiore successo assoluto da ottenere, tanto è l’acredine che nutre nei confronti del Catania.
Comunque sia, il Catanzaro ha vinto con pieno merito e non esistono attenuanti. Che la partita fosse come una montagna da scalare lo si è capito subito e la conferma si è avuta al 13’ quando Kanoute si è involato partendo da centrocampo, senza essere contrastato a dovere, e ha scaricato in porta un forte rasoterra che ha trafitto Pisseri.
Il Catania non è riuscito a reagire, anzi sono stati gli ospiti a rendersi ancora pericolosi. Sottil al 30’ è stato costretto a sostituire l’infortunato Calapai con Baraye, ma, al di là dell’infortunio, Calapai non aveva giocato benissimo.
Ad inizio ripresa Sottil tentava di scuotere la squadra e operava tre sostituzioni mandando in campo contemporaneamente Curiale al posto di Manneh, Barisic per Esposito e Giuseppe Rizzo al posto di Angiulli. Il primo quarto d’ora dei rossazzurri creava qualche illusione e al 53’ un insidioso cross di Baraye veniva respinto a due passi dalla linea di porta da un difensore che anticipava Curiale e al 60’ ancora un traversone di Baraye non trovava nessuno pronto per la deviazione. Al 69’ Silvestri metteva di testa in rete una punizione di Lodi ma il fuorigioco appariva chiaro e l’arbitro non convalidava il pareggio. Il Catania finiva in quel momento e il Catanzaro andava vicinissimo al raddoppio con lo scatenato Kanoute che colpiva la traversa, dopo aver ripreso una respinta di Pisseri che con una prodezza aveva negato il raddoppio agli ospiti. Le gambe di quasi tutti i calciatori del Catania non giravano più: Rizzo faceva peggio di Angiulli, Barisic non incideva e Curiale non trovava il guizzo vincente. Al 75’ il Catanzaro raddoppiava con una prodezza di Giannone che con un tiro a girare alla Del Piero trovava l’incrocio dei pali.
Il pubblico restava allibito e lo era ancora di più quando il Catania, in balìa degli avversari, rischiava seriamente di subire la terza rete ma al 91’ la legnata di Nicoletti da fuori area, colpiva entrambi i pali, prima il palo alla destra di Pisseri poi quello alla destra per poi finire fra le braccia del portiere.
Dispiace per aver sciupato la prima grande occasione d’avvicinarsi alla vetta e per aver perso l’imbattibilità interna ma ci sarà tempo per rimediare.
La prossima gara per il Catania si profila la gara più importante di questo primo scorcio di campionato: i rossazzurri andranno a far visita allo Juve Stabia. Occorre non perdere per non trasformare il leggero vento in bufera.
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Catania, 11 novembre 2018
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini meridionews )