ITALIA-SPAGNA

E se stavolta toccasse a noi?

Tutti noi italiani abbiamo ancora negli occhi la prodezza di Eder al 43’ di un soffertissimo Italia-Svezia: un gol stupendo ed inaspettato in grado di regalare agli azzurri il matematico primato nel girone e l’invidiabile possibilità di affrontare la terza gara contro l’Irlanda con la giusta serenità, garantendo l’impiego di quei giocatori che, fino a quel momento, avevano trovato meno spazio e – vantaggio non da poco – permettendo alle prime linee di rifiatare.

ANCORA LA SPAGNA- Sembrava davvero tutto perfetto. L’Italia di Conte era riuscita a ribaltare ogni pronostico, affrontando alla grande i primi novanta minuti contro il Belgio e confermandosi, con qualche affanno in più, anche contro la solida Svezia di Zlatan Ibrahimovic. Sembrava tutto perfetto, è vero; tuttavia la fortuna ha ben pensato di voltarci le spalle proprio quando i proclami, spinti dai sogni e dalla speranza della gente, avevano già ampiamente preso il largo. Dal sole alla tempesta, come un fulmine a ciel sereno, ecco che ritorna l’incubo peggiore: Kalinic imbecca Perisic in campo aperto e sul finale la Croazia ribalta partita e pronostici battendo 2-1 la Spagna e relegandola al secondo posto del Girone D, costringendo gli azzurri a doversi ancora una volta misurare contro le temibilissime furie rosse di Vicente Del Bosque; praticamente quella stessa squadra che ci aveva letteralmente asfaltato nella finale dello scorso Europeo.

IL MISTERO DEL TABELLONE- Prima di occuparci della Spagna, tuttavia, sarebbe opportuno manifestare qualche perplessità per quel che concerne l’organizzazione di una manifestazione di grande rilievo come Euro 2016: ci riferiamo, in particolare, all’inadeguatezza del tabellone che si è venuto attualmente a creare, figlio di un sistema di sorteggi ed accoppiamenti tanto tecnico e complesso quanto discutibile. Basti pensare che da una parte figurano squadre del calibro di Germania, Spagna, Francia, Inghilterra ed Italia, mentre dall’altra troviamo l’ottima Croazia, l’ambiguo Belgio e davvero poco altro se non un Portogallo vittima del proprio inconcludente estetismo. La domanda, a questo punto, appare quantomeno lecita: chi ha predisposto un tabellone del genere? Le favorite da una parte, “Scapoli ed ammogliati” dall’altra, con la presenza di Belgio e Croazia a tentare di dare un senso ad una competizione che, altrimenti, avrebbe rischiato di presentare una finale già ampiamente scritta. Proprio i croati, nonostante i recenti problemi extracalcistici legati alle lotte interne tra le frange violente della propria tifoseria e la Federazione, appaiono la candidata maggiormente accreditata per raggiungere la tanto ambita finale di Parigi; mentre, come detto, dall’altro lato del tabellone è tutto assolutamente impronosticabile, posto l’altissimo tasso tecnico delle contendenti.

VITTORIA POSSIBILE?- Fatte le dovute precisazioni, torniamo a noi. Torniamo alla Spagna.

Siamo inferiori? Assolutamente si.

Partiamo battuti? Certamente no.

Questi devono essere i due concetti chiave sui quali dovrà battere Antonio Conte per cercare di affrontare un impegno che, inutile nascondersi, in astratto appare proibitivo. A riguardo, la pessima prestazione della nazionale italiana contro l’Irlanda potrebbe essere addirittura salutare per consentirci di recuperare l’umiltà che ci caratterizza e permetterci di approcciare la gara con la Spagna nella maniera corretta.

In molti, all’indomani del verdetto definitivo, avevano quasi accolto con ottimismo tale accoppiamento, temendo di più la Croazia ammirata nei gironi che la Spagna piegatasi proprio all’ultima curva. Niente di più sbagliato: la sorte non è stata benevola con noi e non ammetterlo rischierebbe soltanto di danneggiare un gruppo che, invece, ha necessario bisogno di catapultarsi nella realtà delle cose. Nonostante ciò, in questo pensiero non condivisibile è sottesa una sottile verità: la Spagna, rispetto alla Croazia, è per noi un avversario più leggibile; tutto ciò per due motivi: sappiamo come giocano e, soprattutto, li conosciamo in prima persona, essendo stati ipnotizzati dal loro tiki taka non più di due anni fa. Fanno fatica con le difese chiuse ed organizzate e, se ben messa in campo, ne faranno anche contro la nostra, la migliore del mondo. Sarà fondamentale accettare la propria inferiorità e non pretendere di giocarsela a pallone contro la Spagna, perché in questo vincono sempre e comunque loro: bisognerà lottare con le proprie armi, chiudendo le loro linee di passaggio e ripartendo come magnificamente fatto contro il Belgio.

IMPRESA- Quando parliamo di sfortuna calcistica, è bene precisarlo, non ci riferiamo soltanto all’impegno con la Spagna piuttosto che con la Croazia: le due alternative, è evidente, erano più o meno equivalenti e lo dimostra anche l’ultima gara del girone D nella quale i già citati Kalinic e Perisic – peraltro militanti nel nostro campionato – hanno fatto letteralmente impazzire i pluridecorati difensori ispanici. Quando parliamo di cattiva sorte calcistica, invece, ci riferiamo a quel che ci aspetterebbe dopo, quando eventualmente avremo battuto la nazionale più forte del mondo – cioè la Spagna. Eh si, perché ci aspetterebbero, con ogni probabilità, in fila indiana la Germania ed una tra l’Inghilterra e la Francia padrona di casa, per poi arrivare  sfiniti da una triplice impresa a giocarci una finale ipotetica con una tra Croazia e Belgio. Insomma: non è una passeggiata.

Molto probabilmente, si potesse tornare indietro, quel gol di Eder al 43’ di Italia-Svezia creerebbe meno euforia nel gruppo e nel popolo azzurro; magari alcuni preferirebbero soffiare perché quella palla sfiori il palo ed esca sul fondo. Un secondo posto, infatti, ci avrebbe spediti di diritto nel lato paradisiaco del tabellone di Euro 2016, al posto del Belgio, da noi umiliato ma, inspiegabilmente, già con un piede in semifinale; noi italiani, però, si sa, nelle difficoltà ci siamo sempre esaltati e sempre ci esalteremo e chissà che, proprio la comprensione della portata di questa impresa che appare logicamente quasi impossibile, non possa rivelarsi un magnifico trampolino di lancio per permettere alla nostra umiltà di averla ancora una volta vinta sulla tecnica e le tante parole degli avversari. Che vinca l’Italia, forza Azzurri!

Catania, 25 giugno 2016

Filippo Rizzo per Sport Enjoy Project Magazine

(fonte foto ilcorrieredispagna.com)